Blitz degli animalisti Il parroco: «Un abbaglio»

Striscioni sul portone della chiesa di Paluello: «No alla lotteria che mette in palio un maialino». Don Antonio: «Macché porcellino, è un’allegoria: premio in denaro»

STRA. Blitz animalista nella notte fra venerdì e ieri alla parrocchia di Sant’Antonio Abate di Paluello. L’associazione Centopercento animalisti dice che vogliono regalare un maialino vivo come primo premio della lotteria della sagra.

Ma si tratta di un abbaglio: non c’è alcun animale da salvare visto che non ce n'è alcuno in palio. Al posto del maialino infatti, il vincitore riceve un premio in denaro.

La denuncia era partita come da copione con un blitz con striscioni e cartelli nella notte davanti al portone della chiesa della frazione di Stra. «Dal 21 al 23 gennaio», spiegano in una nota gli animalisti, «si festeggia Sant’Antonio Abate. Il quale, come si sa, è considerato il protettore degli animali domestici, tanto che l’iconografia tradizionale lo rappresenta in compagnia di un maialino. Si penserebbe che la ricorrenza di un protettore degli animali dovesse venir celebrata con iniziative a favore degli animali stessi. Invece il parroco di Paluello la vede diversamente: a parte i molti animali che finiranno nello stomaco dei partecipanti della sagra, il parroco ha organizzato come momento conclusivo una tombola, nella quale il primo premio è un maialino vivo. Certa gente non vuole capire che gli animali non sono cose, non sono oggetti da mettere in palio, da vendere, da regalare, da comperare, da sfruttare, da mangiare. Gli animali sono esseri viventi e senzienti, che capiscono, soffrono, che vorrebbero vivere in compagnia dei loro simili, hanno la loro dignità che va rispettata. Ci si aspetterebbe che chi pretende di fare il “pastore di anime” avesse abbastanza sensibilità e cultura da capire questo e cercasse di indirizzare i suoi fedeli verso comportamenti più evoluti e rispettosi, anziché avallare mentalità e usanze che vanno in senso contrario. Nessun animale, né vivo né morto, deve essere posto come premio di giochi o lotterie».

Ma stavolta gli animalisti hanno preso un abbaglio. «Se almeno si informassero...», sbotta don Antonio De Guio, parroco di Paluello. «I parrocchiani erano stupiti: non c’è alcun maialino né vivo né morto come premio per la lotteria del paese. Si tratta di una allegoria legata proprio al santo protettore della parrocchia. Al posto del maialino vivo, considerata ricchezza nella genuina società contadina, ora viene dato in premio del denaro. Se gli animalisti si fossero informati si sarebbero risparmiati una pessima figura».

Alessandro Abbadir

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