Bimba dimenticata sul bus Comune e azienda a confronto

SCORZÈ. Creare un protocollo con le cose da fare e poi firmarlo al termine di ogni corsa. Ieri la sindaca di Scorzè Nais Marcon e Gianluca Bonaventura, della Bonaventura Express di Morgano (Treviso), hanno affrontato l’episodio di giovedì scorso, quando una bimba di 3 anni, dell’asilo Rodari, era stata dimenticata da autista e dal sorvegliante nello scuolabus in deposito.
Il primo effetto, è stata la diffida del Comune all’azienda di trasporto per un’eventuale risoluzione del contratto, mentre Bonaventura, a sua volta, ha sospeso l’autista e interrotto l’accordo con la locale associazione anziani, incaricata di vigilare sui bus. Si tratta di atti dovuti. «Aspetteremo la risposta della ditta» spiega Marcon «e poi valuteremo. Certamente c’è stato un errore che non si dovrà più ripetere». Dunque le due parti provano a dialogare in vista della ripresa dell’anno scolastico a settembre; l’idea è di avere una sorta di registro, dove ci sono i compiti da eseguire e, al temine di ogni giro, gli addetti dovranno firmarla. Tanto per fare un esempio, dopo aver accompagnato a scuola, o a casa, i bambini, ci si dovrà sincerare che tutti i bimbi non siano a bordo, controllando ciascun sedile. Questo per evitare quanto successo giovedì, dove la piccola, a causa di un colpo di sonno, non era stata notata dal conducente e addetto.
E ancora, si lavorerà perché ci sia una maggiore sinergia tra l’accompagnatore e i bimbi; nel fatto in questione, la “titolare” era in ferie e chi l’ha sostituita non conosceva tutto il gruppo. Inoltre, l’altro giorno la piccola non è salita sullo stesso bus del mattino, complice i diversi orari di fine lezione della Rodari e asilo parrocchiale rispetto agli altri giorni della settimana. Di solito, infatti, i due istituti hanno due veicoli diversi, stavolta ce n’era uno solo, perché il momento di uscita dalle classi è stato lo stesso. Insomma, ci sono stati tanti piccoli intoppi che hanno provocato l’amnesia di lasciare sola la bambina dentro all’autobus per una quarantina di minuti. «È stato un errore umano» spiega Gianluca Bonaventura «ma la bambina non sarebbe rimasta tanto tempo in autobus, perché al deposito ci sono gli addetti e se ne sarebbero accorti. I nostri autisti sono certificati, facciamo molta formazione e abbiamo sessanta turni da gestire. Stavolta è stato commesso uno sbaglio». Le parti, comunque, manteranno i contatti. —
Alessandro Ragazzo
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