Bici abbandonate, il Comune non consente di fare l’asta

LIDO . Non sono sculture di arte moderna, come qualcuno ha ironizzato, ma centinaia di biciclette rimosse e che da settimane sono diventate proprietà comunale, che giacciono sommerse dall’erba alta...
LIDO . Non sono sculture di arte moderna, come qualcuno ha ironizzato, ma centinaia di biciclette rimosse e che da settimane sono diventate proprietà comunale, che giacciono sommerse dall’erba alta nel giardino della Municipalità. Della vicenda
La Nuova
si era già occupata l’inverno scorso, ma nel frattempo sono scaduti i termini per riprenderle pagando la dovuta multa, visto che tutte erano in zona di divieto o a pezzi nelle rastrelliere.


Un anno, un mese e un giorno di attesa prima di passare sotto il controllo di Ca’Farsetti, che ora dovrebbe decidere cosa farne. Peccato che la Municipalità dallo scorso inverno cerchi soluzioni ma non sia nella possibilità di attuarne. «In tanti, è vero, stanno ironizzando su questa faccenda, ma il fatto che il decentramento non possa fare nulla rende tutto più complicato», commenta il presidente Danny Carella. «Al Comune avevamo chiesto di valutare l’ipotesi di fare un’asta. Magari non avrebbe guadagnato molto, ma comunque qualcosa da investire altrove. Le si poteva mettere all’asta singolarmente o in gruppo, mal che fosse andata, qualcuno le avrebbe prese per farne pezzi di ricambio. Ma ci è stato detto che non si possono fare aste simili» .


Risultato: il piazzale antistante la Municipalità in via Sandro Gallo è pieno di rottami, perché da oltre 300 bici un anno sono sotto la pioggia e il sole, e la maggior parte sono state avvolte da erba alta che si è intrecciata tra ruote e ingranaggi. Un angolo di degrado a due passi dal centro dell’isola e sotto gli occhi di chiunque passeggi lungo il marciapiedi, si rechi nella sede municipale o nelle vicine scuole. «Collegata a questa situazione c’è anche l’impossibilità di fare nuovi passaggi con Veritas e la polizia municipale tra le rastrelliere del centro, per rimuovere altri rottami o bici in divieto, come quelle sulle rampe per i disabili al terminal Actv di Santa Maria Elisabetta» prosegue Carella. «Finché avremo tutte le altre abbandonate nel giardino della nostra sede, non si potranno fare ulteriori interventi. Ogni mattina arrivo in bicicletta a Santa Maria Elisabetta alle 6.30 per recarmi al lavoro, e le rastrelliere sono quasi tutte piene a quell’ora, il che significa che tante bici sono abbandonate, altrimenti ci sarebbero parecchi stalli vuoti. C’è bisogno di sbloccare questa situazione, altrimenti non se ne verrà fuori».


Simone Bianchi


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