Bazar dello spaccio tra le pentole, arrestato

ANNONE. Aveva trasformato la cucina della sua abitazione in una piccola «centrale dello spaccio». Un commercio a quanto pare florido, visto il viavai di persone. Ma ad interrompere la sua attività ci hanno pensato i carabinieri. A finire in manette è stato Amedeo Rossetto, un operaio 31enne residente ad Annone. I militari dell’Arma lo hanno sorpreso nella sua abitazione in paese.
L’operazione è stata condotta dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di San Donà, coordinati dal maresciallo Luigi Catania. Il blitz è scattato nel tardo pomeriggio di lunedì. Da alcuni riscontri info-investigativi, i carabinieri sospettavano che Amedeo Rossetto potesse essere dedito allo spaccio di stupefacenti. Sospetti che hanno trovato conferma, quando i militari si sono appostati nei pressi della sua abitazione. Il viavai di persone era quanto meno anomalo. Prima i carabinieri hanno notato un giovane che, giunto nella casa insieme a Rossetto, se n’è allontanato dopo brevissimo tempo. Quindi è sopraggiunto un altro giovane a bordo di un furgone, a cui è stato aperto il cancello del condominio dopo aver suonato proprio al campanello di Rossetto. A questo punto i carabinieri hanno deciso di intervenire, entrando all’interno dell’appartamento.
Sul tavolo della cucina i militari hanno trovato diversi ritagli circolari di cellophane, ricavati da alcuni sacchetti di plastica e destinati presumibilmente alle dosi di cocaina, contenuta in un sacchetto più grande che si trovava sul tavolo insieme a un bilancino di precisione. I militari hanno provveduto subito a perquisire l’intera abitazione, rinvenendo ulteriori sacchetti di cocaina e dosi già preparate, per un peso complessivo di circa 100 grammi. Scoperti anche un grammo di ketamina e una somma in denaro di circa 700 euro, che i carabinieri ritengono essere provento dell’attività di spaccio. Lo stupefacente e il contante sono stati sequestrati. Mentre per Amedeo Rossetto è scattato l’arresto con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. L’operaio è stato dapprima condotto in caserma a San Donà. Poi, su disposizione del pubblico ministero della Procura di Pordenone, è stato trasferito nel carcere della città friulana per l'udienza di convalida del fermo.
Giovanni Monforte
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