Barchino contro il palo, un morto
Pescatore di Portosecco è deceduto due giorni dopo l'incidente. Massimo Scarpa «Generosi», 56 anni, abitava nell'isola di Pellestrina. Mistero su quello che è accaduto mentre rientrava a casa

La chiesa di Portosecco, a sinistra imbarcazioni di pescatori
E' morto due giorni dopo l'incidente in laguna, all'ospedale Civile di Venezia, dove era stato trasportato semisvenuto. Il 56enne Massimo Scarpa «Generosi» abitava a Portosecco, nell'isola di Pellestrina, a due passi dalla chiesa di Santo Stefano. Mistero su quello che è accaduto mentre rientrava a casa a bordo del suo barchino. Il pubblico ministero Roberto Terzo ha aperto un fascicolo sulla vicenda per chiarire soprattutto la causa della morte, anche se per ora non sembrano coinvolte altre persone, ma gli accertamenti disposti dal magistrato, sia quelli medico legale sia quelli di cui sono stati delegati i carabinieri di Pellestrina, dovranno chiarirlo definitivamente.
La spiegazione più semplice è che abbia sbattuto la testa e che in due giorni l'emorragia interna lo abbia lentamente ucciso. Due giorni fa, alcuni giovani dell'isola, che erano seduti sul molo del porticciolo di Portosecco hanno visto arrivare il barchino di Massimo «Generosi» che, appena attraccato, ha chiesto aiuto. Gli hanno prestato soccorso e lo hanno portato a casa sua, a poche centinaia di metri. Dopo aver raccontato che era finito contro un palo nel canale di Malamocco è svenuto ed è stato accompagnato in fretta all'ospedale dei Santi Giovanni e Paolo, dove è deceduto 48 ore dopo.
Era andato agli Alberoni per fare benzina e il barchino è stato recuperato ed in effetti sulla prua c'è un'ammaccatura, il segno evidente che l'imbarcazione poco prima era finita contro un ostacolo - stando a Massimo «Generosi» - uno dei pali che in cemento piantati nei pressi dell'Ottagono. Ma lui era un pescatore esperto, addirittura armatore del peschereccio d'alto mare «Anita Madre 3» e figlio di pescatori. Viaggiava di giorno e quindi neppure il buio, che crea difficoltà spesso nel distinguere gli ostacoli se non sono illuminati, può essere stato la causa dell'incidente. Gli amici hanno trovato nel fondo del barchino il suo cellulare e qualcuno di loro ha avanzato l'ipotesi che Massimo abbia risposto ad una chiamata e che, parlando al telefonino, si sia distratto prestando meno attenzione alla guida e che così sia finito contro un palo o una «bricola». Avrebbe sbattuto la testa e, non perdendo completamente conoscenza, sarebbe riuscito ad arrivare fino a Portosecco. A causa dell'impatto il cellulare gli sarebbe caduto. Ma l'apparecchio potrebbe essere finito sul fondo della barca semplicemente perchè era appoggiato vicino a lui, finendo giù a causa del colpo contro il palo.
Probabilmente i carabinieri, recuperando e controllando l'imbarcazione, riusciranno a stabilire contro quale ostacolo sia finito il 56enne pescatore, esaminando l'ammaccatura e i resti che sicuramente sono rimasti appiccicati, pezzi di legno o di cemento. Certo, però, che non riusciranno a capire la causa dell'incidente, non riusciranno a spiegare come mai un esperto pescatore possa essere finito contro un palo in cemento o una «bricola» di legno di giorno.
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Argomenti:incidenti in mare
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