Bagnini fuori dalle torrette multe a sette stabilimenti

SOTTOMARINA. I bagnini c’erano. Ma non sulle torrette e nemmeno sulla battigia a controllare i bagnanti: stavano sulla spiaggia a riordinare lettini, sdrai e ombrelloni. Così i militari della guardia costiera, avvertiti anche da qualche segnalazione confidenziale, si sono “infiltrati” in costume da bagno tra i turisti, dopo aver filmato e fotografato le irregolarità, hanno contestato a sette stabilimenti balneari del litorale chioggiotto la mancanza del servizio di salvataggio e sanzionato ciascuno di essi con una multa di 1032 euro. A colpire non è l’entità della multa (tutto sommato sopportabile) ma l’implicita presunzione, dei gestori coinvolti, che il salvataggio sia una specie di optional da garantire quando non c’è altro da fare. Va notato, infatti, che i controlli in questione sono avvenuti nell’ultima settimana, nella fascia oraria del tardo pomeriggio, ma con le spiagge ancora affollate.
E che analoghi episodi erano avvenuti all’inizio di luglio, con mare mosso e qualche turista ancora in acqua nonostante la bandiera rossa, e già allora la guardia costiera aveva annunciato, così come in questa occasione, che le ispezioni si sarebbero ripetute nel corso della stagione balneare.
«Non ci sono giustificazioni per queste carenze» dice Giorgio Bellemo, presidente di Ascot e coordinatore di un servizio di salvataggio, «gli orari stabiliti dall’ordinanza balneare devono essere rispettati. Altra cosa è discutere su come organizzare il servizio, anche dal punto di vista dei costi per gli stabilimenti». E, in effetti, il problema sembra essere proprio quello dei costi. Ci vuol poco a capire che, per alcuni bagni, si tratta di “ottimizzare” l’uso del personale e che difficilmente un bagnino può rifiutarsi di fare il “doppio lavoro”. «Tutto questo è comprensibile», risponde Bellemo, «ma, ripeto, le regole in vigore vanno rispettate. Poi possiamo discutere di come cambiarle». Ad esempio, «perché la vigilanza sulla spiaggia libera deve essere interamente a carico dei concessionari degli stabilimenti? Perché gli ambulanti (quelli regolari!) che operano sulla spiaggia con tanto di licenza non contribuiscono nemmeno con un euro alle spese per i rifiuti e il servizio di salvataggio? E i campeggi che hanno tratti di arenile riservati ai loro ospiti, devono mantenere la vigilanza anche quando gli stessi ospiti non sono in spiaggia?». Ci sono, insomma, una serie di situazioni che, secondo al tipologia degli operatori, avrebbero bisogno di soluzioni “diverse” da quelle in atto. Ma questo, appunto, richiederebbe una discussione apposita. «Nel frattempo», ribadisce Bellemo, «le regole si rispettano». E la guardia costiera ricorda che, per ogni evenienza, si può chiamare il numero blu 1530 o consultare il sito www.guardiacostiera.it
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