Argini che crollano: cinque milioni per l’Osellino. Lavori in inverno
Il primo intervento previsto da via Pertini a via Orlanda Ma la sistemazione fino alla foce arriverà solo nel 2023

MESTRE. E’ quasi terminato il progetto esecutivo di riqualificazione del primo stralcio del basso corso dell’Osellino-Marzenego, al centro dei riflettori per l’acqua bassa di questi giorni ma anche per il cedimento dei pali di protezione nell’area del canale alle Rotte e per lo stato di degrado di alcuni argini, segnalato da tempo dalle associazioni che frequentano l’Osellino. Sono in moltissimi ad attendere che finalmente venga presa in mano l’asta del corso d’acqua e scavati i fondali. Un progetto di cui si parla da quasi vent’anni i cui tempi si sono allungati causa reperimento finanziamenti ma anche per via di modifiche richieste e del rifacimento dei progetti.

Barche in secca. «Il fenomeno delle barche in secca», spiega il direttore del Consorzio di bonifica Acque Risorgive, Carlo Bendoricchio «dipende da più fattori. Da una parte sicuramente dalle maree, ma anche dal fatto che ci sono dei lavori di manutenzione in corso di esecuzione da parte di altri consorzi, in particolare del Piave. Il minore livello, infatti, può dipendere anche dal fatto che c’è meno acqua che arriva da monte, in questo periodo i consorzi di monte le cui acque di scarico beneficiamo stanno facendo interventi e chiudono i deflussi, parliamo di Piave e Brenta, il primo interessa i comuni di Noale Mestre e Martellago. Ogni anno chiudono le derivazioni per manutentare i loro canali». Bendoricchio spiega anche che la preoccupazione del Consorzio, in questo momento, riguarda la direttiva approvata lo scorso anno che imporrebbe di non far passare più il “minimo deflusso vitale”, ma quello cosiddetto “ecologico” lungo i fiumi, ossia l’acqua che serve per far stare bene un corso. «Sembra un fatto positivo detto così, ma quando la applichi al Piave potrebbe creare grossi problemi al territorio, per questo l’Autorità di bacino sta seguendo la partita da vicino. Nei prossimi mesi sarà attivato un tavolo di monitoraggio ed entro fine anno saranno decise le logiche che governeranno il progetto di togliere l’acqua dal territorio per darla al Piave».

Il progetto osellino. Tornando all’Osellino, il progetto è in dirittura di arrivo: «Stiamo avviando il progetto esecutivo, se va tutto bene i lavori inizieranno nell’inverno 2019». Il primo tratto sono vale circa 5 milioni di euro», fa sapere Bendoricchio, gli altri tre 7 milioni ciascuno. «Il primo comprende il tratto che va dal ponte di via Pertini fino al ponte di via Orlanda, la realizzazione della varice e l’allargamento dell’alveo in sinistra idraulica a valle del ponte di viale Pertini, poco più di 350 metri».
Canale delle Rotte. In mezzo c’è i il manufatto alle Rotte, altezza ex canile, per intenderci. Il manufatto del Consorzio è quello dove si trovano le porte vinciane che fanno da spartiacque con il canale lagunare. Il lato laguna è in capo al Provveditorato – ex Magistrato alle Acque - «Noi rifacciamo solo il manufatto», chiarisce Bendoricchio e non dunque il tratto di canale dell’ex Magistrato. «Il secondo lotto pertanto riqualificherà la porzione di asta che va da vale Vespucci (altezza scuole) fino al manufatto alle Rotte. Il terzo lotto arriva alla trattoria al Passo, il quarto a Tessera e infine alla foce». Questi due ultimi lotti saranno realizzati tra il 2022 e il 2023. «Mentre si realizzano i lavori del primo tratto», conclude, «si può però già procedere contemporaneamente anche nella progettazione del secondo». —
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