Apt dimezzata, tutti a Jesolo

Chiusi 12 uffici informazione su 24: è stato di agitazione
La sede dell’Apt messa in vendita dalla Provincia
La sede dell’Apt messa in vendita dalla Provincia
 Un taglio (regionale) tira l'altro (provinciale) e ogni sforbiciata di contributi apre una vertenza di lavoro. Ora sono i cento dipendenti dell'Azienda di promozione turistica in subbuglio, dopo il dimezzamento dei trasferimenti dalla Regione Veneto alle province: per Venezia significa ben 2,296 milioni di euro in meno, con un taglio delle spese del personale per oltre un milione e mezzo, che si aggiunge alla decisione di Ca' Corner (per fare cassa) di vendere proprio quel Palazzo Ziani (valutato circa 5 milioni di euro), sede dell'Azienda di promozione turistica veneziana, a san Lorenzo.  Ieri, il direttore generale Tullio Galfrè ha presentato ai sindacati l'ipotesi di piano industriale per rientrare nelle spese. Decisioni drastiche: dimezzamento degli uffici aperti al pubblico degli uffici di Informazione e Accoglienza turistica (Iat), che passeranno da 24 a 12 (la sola Apt Venezia conta 910 mila dei 2,3 milioni di contatti registrati in tutto il Veneto); trasferimento nella sede di Jesolo (l'unica attrezzata adeguatamente) di tutto il personale dell'Apt di Venezia (una sessantina di persone); nessuna stabilizzazione e, di più, mancato rinnovo del contratto stagionale (per taluni, dopo 20 anni di lavoro precario) per il personale degli ambiti del Veneto Orientale. E, ancora, blocco del premio di produttività (che garantisce un taglio del 10% nelle spese per il personale) e richiesta ai sindacati di garantire il passaggio a tempo pieno di tutti i numerosissimi contratti part-time all'85%, troppo onerosi per l'Azienda rispetto a un full time.  Così, il personale è entrato in stato di agitazione.  «Il settore del turismo rappresenta per il Veneto e le sue comunità un volano importantissimo per il rilancio dell'economia del territorio, essendo l'unico settore economico in crescita nonostante la crisi», sottolinea Stefano Vanin, delegato dell'assemblea e sindacalista Cgil Funzione pubblica, «e questo comportamento dimostra l'incomprensione e inconsistenza delle politiche di investimento federalista della giunta regionale, come l'incapacità delle giunte provinciali a determinare scelte programmatiche di qualità per le deleghe loro assegnate. Qui, tra l'altro, parliamo di lavoratori con altissima professionalità, pe rsone che parlano tre, quattro lingue». (r.d.r.)

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