Aprilia, il mondiale non basta: produzione ferma per 40 giorni

Rinnovata in questi giorni la cassa integrazione che interessa 320 operai dello stabilimento di Scorzè. I sindacati chiedono alla casa di Noale uno sforzo per essere competitivi anche sul mercato globale
05 maggio 2004 Scorze' (VE) Aprilia. (c) Light Image Studio
05 maggio 2004 Scorze' (VE) Aprilia. (c) Light Image Studio

NOALE. In effetti la situazione è un po’ paradossale: si vince, eccome, in pista, si fatica sui mercati. Da fine mese a dopo l’Epifania si fermerà, però, la produzione nello stabilimento di Scorzè.

Aprilia vive con questo doppio status, fatto di vittorie, trionfi e moto veloci nei circuiti di tutto il mondo, ma che poi quando vai a vedere i dati delle vendite, scopri che qui c’è ancora tanto da fare. Il recente, ed ennesimo, duplice successo in Superbike, testimonia come gli esemplari nati a Noale sono competitivi e affidabili. E i 54 titoli ottenuti nella sua storia sono un dato di fatto. Oltre allo stop della produzione, si sommerà la cassa integrazione, e un 2015 da disegnare nelle prossime settimane, con Fiom Cgil e Fim Cisl già al lavoro.

Fabbrica. Stappato e bevuto lo champagne dopo il successo del francese Sylvain Guintoli nel campionato piloti e quello ottenuto con il compagno di box Marco Melandri nei costruttori, nei giorni scorsi i sindacati hanno rinnovato la cassa integrazione ordinaria per altri tre mesi, come da prassi. Fino al 31 gennaio, come da accordi, saranno interessati 320 operai di Scorzè.

Già in questa fase post stagione estiva, i lavoratori sono impiegati, in media, due giorni su sette la settimana. Poi c’è il nodo esuberi, che a gennaio erano stati fissati in 125 e oggi di uscite se ne registrano non più di 30. Dunque sono questioni da risolvere a breve; l’attuale intesa scade a gennaio e ora si dovrà pianificare il prossimo anno, dai modelli da mettere sul mercato ai volumi da produrre alle ore di lavoro.

Sindacati. Quando si vince è giusto festeggiare. Diventa il coronamento di un lavoro di squadra fatto da ingegneri, meccanici e piloti. Aprilia è abituata ma Fiom Cgil e Fim Cisl chiedono uno sforzo aggiuntivo per essere competitivi non solo in pista ma anche sul mercato globale, quello dove ci si confronta ogni giorno. Si sa che i “cinquantini” fanno fatica da anni e nelle moto di grossa cilindrata, le case giapponesi dominano. «Forse non si valorizzano abbastanza i prodotti», osserva Michele Valentini di Fiom Cgil, «perché non sono stati conseguiti grandi risultati. L’azienda chiede tempo ma da 4-5 anni i lavoratori non se la passano bene». Matteo Masiero di Fim Cisl chiede un cambio di passo. «Ci sia un rilancio», spiega, «ma non aumento di esuberi. Anche sui prodotti serve una maggiore dedizione; di recente si sono avuti più restyling che nuovi modelli».

Festa. Nei prossimi giorni si dovrebbero avere più chiare le idee se e come celebrare al meglio il trionfo in Superbike.

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