Altino, l’antica Venezia che pochi conoscono: «Ci mancano i custodi»

La direttrice del Museo archeologico, Marianna Bressan: se i dipendenti si ammalano, rischiamo di restare chiusi. In crescita il numero di visitatori: 6 mila da gennaio a maggio, più 23%

QUARTO D'ALTINO.  Da quando è stato inaugurato poco più di quattro anni fa, grazie anche alla direttrice Marianna Bressan che ha puntato su collaborazioni e joint venture, il nuovo Museo archeologico di Altino ha fatto passi da gigante. Nonostante questo, il gioiellino incastonato tra i campi coltivati che trasudano storia millenaria, il suggestivo complesso idrovoro e il canale Santa Maria dove sostano trampolieri e anatidi, è ancora poco frequentato e rimane un luogo per intenditori.

Chi lo visita celebra la ricostruzione fotografica dell’antica città romana di Altino, la splendida architettura, i magnifici reperti, ma non manca di sottolineare la scarsa frequentazione, rispetto alle enormi potenzialità. Eppure se anche solo un quarto delle migliaia di turisti che alloggiano in via Ca’ Marcello scoprissero cosa perdono appena fuori rotta, probabilmente arriverebbero in massa.



ACCORPAMENTO

La riorganizzazione del Mibac voluta dal ministro Alberto Bonisoli che accorpa il Polo museale del Veneto a quello della Lombardia, non preoccupa la direttrice, che anzi si dice ottimista. «Per noi non cambia nulla: è una riorganizzazione culturale, ma potrebbe rappresentare anche un vantaggio, non lo possiamo sapere a priori così come non sappiamo se arriveranno più o meno fondi, ci potrebbe anche essere una diversa redistribuzione. Non credo ci saranno differenze in merito a un singolo museo, è troppo prematuro».

CUSTODI

Il vero problema del nuovo Museo Archeologico Nazionale di Altino, è il personale. Oggi ci sono 6 custodi in tutto incardinati al Museo e quando ci sono persone in ferie o in malattia, il Polo rischia di rimanere chiuso o che vada ad aprirlo la direttrice in persona. «È accaduto che per una malattia improvvisa abbiamo dovuto tenere chiuso», spiega Bressan, «ovviamente senza far saltare alcuna visita programmata».

L’imprevisto, insomma, manda in crisi la macchina. La direttrice punta sul bando del ministero dei Beni culturali, per assumere gli oltre mille vigilanti e custodi, di cui 46 dovrebbero essere assegnati al Veneto. «Speriamo che qualcuno arrivi a Quarto, per essere tranquilli ce ne servirebbero almeno due, se fossero di più meglio ancora». Oltre al Museo ci sono, infatti, le aree archeologiche esterne, aperte solo la domenica pomeriggio, e il museo vecchio, ancora più saltuariamente. «Per le aperture straordinarie la sera esistono i piani di valorizzazione del Mibact, noi le organizziamo e le abbiniamo ad un evento».

Il mese di settembre è ricco di avvenimenti. Il 21, per le Giornate europee del patrimonio, sono in programma mostre ad hoc, presto avreno i centri estivi, gli aperitivi archeologici e diverse altre sorprese.



MUSEO VECCHIO

Il vecchio museo, che si trova nella piazza di Altino, a qualche centinaio di metri, è diventato una sorta di antiquarium, un pezzo di storia che la direttrice ha battezzato “Altino Lab” e che viene aperto solo per attività didattiche. Per renderlo fruibile, di custodi ne servirebbero 12. «Puntiamo sul bando, aspettiamo con ansia nuovi custodi di ruolo e ringraziamo quelli attuali che si fanno in quattro», aggiunge Bressan.

TURISMO

Il Museo si sta impegnando nel fidelizzare i visitatori, fare in modo che sentano il Parco archeologico come un luogo dove tornare. Da gennaio a maggio scorsi il numero dei visitatori paganti è aumentato del 23%, il che significa in termini assoluti quasi del 25%. A fine luglio il trend positivo si è assestato al 17% e i visitatori da gennaio a maggio sono stati 6 mila. Tutto questo è merito, in particolare, della pubblicizzazione delle varie iniziative e delle offerte sperimentali. Infine: «Per il futuro puntiamo al recupero di un turismo sostenibile legato alla laguna Nord e al legame tra Altino e Torcello». —

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