Allarme alta marea, notte in bianco a Venezia: il picco si ferma a 104 cm, ma a Chioggia arriva a 117

VENEZIA. Notte in bianco per numerosi residenti che in attesa dell’eccezionale picco dell’annunciata marea si erano organizzati.
Picco - ridimensionato via via negli aggiornamenti: da 140 a 130, a 120 - che poì non c'è stato: il Centro maree di Venezia ha registrato alle 4.15 di lunedì una punta massima di marea di 104 cm sullo zero mareografico. A Chioggia, sotto la spinta della bora, soffiata a oltre 70 chilometri l'ora con raffiche a 80, alle 3.30 è stata registrata una punta massima di 117 cm.
Si prevede per la lunedì notte una punta massima di 95 centimetri per le 2.05. Un'alta marea di 104 centimetri, come quella registrata ha disagi lievi: comporta l'allagamento di una superficie di circa l'8% della viabilità pedonale della città, con un livello variante da pochi millimetri a una media sui 25 centimetri in Piazza San Marco, l'area più bassa della città
Per il momento pericolo scongiurato, solo tanta pioggia e un forte vento.
In centro storico, però, la mobilitazione c'è stata lo stesso, in attesa dell'annunciato peggio: davanti ai portoni sono posizionate paratie antiallagamento e negli alberghi sono in azione le vasche di contenimento per le maree. Veneziani e non hanno indossato stivali di gomma, quelli alti da pescatore, e sono rimasti a controllare nei bar, nelle pizzerie, nei negozi. In loro non domina la paura ma lo sdegno, la preoccupazione, il disagio; in qualcuno divertimento.
Nel sottoportico di campo San Giacometo vicino al ponte di Rialto – la zona è bassa – si trova una fila di osterie molto frequentate. Al Bancogiro uno dei titolari è rimasto nel locale.
“Qui l’acqua entra quando supera il livello di 110 cm. I motori sono posizionati in alto ma smontiamo i macchinari. Noi veneziani sappiamo bene che dobbiamo convivere con l’acqua. E’ la nostra ricchezza e la nostra fragilità”, spiega Davide Vianello, uno dei gestori. Poco più in là, in campo Cesare Battisti già de la bella Vienna il locale Terralupo è aperto.
Interviene un giovane dipendente: “Chiudiamo all’una e trenta in coincidenza con la punta massima di marea ma pare che tutto sia rientrato. Prepariamo vari cicchetti; con l’acqua alta la gente si diverte, beve lo spritz con addosso gli stivali. Ai turisti, che non mancano mai, proponiamo cocktails. Per loro è un momento di curiosità. Nella calle qui dietro abbiamo un magazzino. Come sempre abbiamo rialzato tutto”. Il bar Pescaria invece ha chiuso alle 21. Marco Montaldo, che non ha problemi di acqua alta, se ne è andato a casa. “Non li ho mai avuti – dice l’uomo – Li ha chi ha trasformato i magazzini in locali e in abitazioni”.
In Riva dell’Ogio i clienti dell’albergo L’Orologio, aperto dal dicembre 2014, dormono sonni tranquilli. Mattia Zornetta sottolinea che l’hotel è dotato di barriere antiallagamento e vasche: “Qui non c’è il problema della marea. Sono stati fatti lavori importanti. Inoltre in ogni stanza degli ospiti mettiamo un avviso con le previsioni e le segnalazioni maree. Ancora non siamo dotati di stivali per i clienti ma ci attiveremo”. L’hotel Sogno di Giulietta e Romeo in campo San Cassiano lo fa da tempo: “Se occorrono ai nostri ospiti glieli consegnano”.
L’acqua non è entrata nel bar San Cassan ma il gestore, il cinese Cai Fu Hing, da quattro anni a Venezia, non ha voluto andarsene: “Questa notte sono rimasto qui per vedere, non si sa mai se cambia il vento o se arriva una nuova perturbazione”. Al Vecio Fritolin, in calle della Regina, la titolare Irina Freguia, è sdegnata: “Basta allarmismo. Non se ne può più. Da due giorni non lavoriamo. Molti clienti impauriti hanno disdetto la prenotazione. Perfino mio padre che è veneziano e che non abita più in città mi ha chiamata. Era preoccupato”.
Nella stessa calle il giovane Michele Milliaccio con il padre Luigi ha un negozio di specialità veneziane. Per i due notte in bianco, Luigi in magazzino in viale Garibaldi a tirar su scatoloni, Michele in negozio anche se l’acqua non è entrata. “Sono rimasto per sicurezza, non si sa mai come va”, dice il giovane assonnato. Nessuno dorme anche nella pizzeria il Muro a San Stae. Rossella Meneguz è rimasta nel locale: “Pur abitando in città non me la sono sentita questa notte di lasciare il locale e andarmene a casa. Appena è andato via l’ultimo cliente abbiamo tirato su sedie e tavoli. Ormai siamo abituati”. Anche il signor Vanni, in salizada San Stae, è rimasto nel suo negozio di oggettistica di legno. E’ indignato: “Come tutti i veneziani ho messo la barriera ma l’acqua filtra dal muro. Dopo bisogna lavare, asciugare ma l’umidità rimane. E’ un disastro”. La paura è passata, l’indignazione resta.
A Chioggia altezza che non crea alcun problema perché viene contrastata dalle barriere del Baby Mose che hanno permesso al centro storico di restare asciutto e ai residenti di dormire sonni tranquilli. I commercianti avevano comunque sistemato le paratie agli ingressi e spostato la merce più in alto come suggerito dalla Protezione civile. Molti residenti avevano spostato avuto fuori dal centro, nelle zone più alte. Pioggia battente e bora per tutta la notte hanno comunque creato disagi.
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