Allarme alghe in laguna e nei canali

Provengono dai mari orientali del Giappone e della Cina
Alghe nei canali della laguna In questi giorni il fenomeno è in aumento Le alghe provengono dai mari orientali di Cina e Giappone
Alghe nei canali della laguna In questi giorni il fenomeno è in aumento Le alghe provengono dai mari orientali di Cina e Giappone
 
Invasione di alghe nei canali lagunari. Grandi masse di alghe sono segnalate sulle rive della Giudecca e delle Zattere, alle Fondamente Nuove e in bacino San Marco e Riva Schiavoni. Si tratta in gran parte di esemplari non autoctoni, come la
Undaria pinnatifida
e il
Sargassum muticum
, specie comparse qualche anno fa e importate con il pesce dai mari orientali della Cina e del Giappone.
 Fenomeno già noto agli studiosi del Cnr ma negli ultimi anni in grande espansione. Non si tratta di un'invasione pericolosa per la salute umana, come quella avvenuta nei primi anni Novanta con la macroalga Ulva lactuca, ciclo di vita molto breve, che andando in putrefazione provocava anossìa (mancanza di ossigeno) e morte dei pesci, sviluppo di larve di chironomidi che avevano invaso allora a milioni gli abitati lagunari. Per raccoglierle erano state costruite apposite macchine galleggianti dal Consorzio Venezia Nuova (ditta Pane). La nuova invasione è fatta di alghe brune e filiformi molto appariscenti ma non pericolose. Perché con l'arrivo della stagione estiva si degradano e scompaiono per riapparire in ottobre-novembre.  «Il pericolo», aveva denunciato qualche tempo fa il biologo Daniele Curiel, «è che queste alghe alloctone, colonizzando rapidamente le rive dei canali provocano la scomparsa di alcuni micoorganismi locali e modificano il delicato equilibrio e la biodiversità autoctona».  Soluzione sarebbe quella di estirpare le alghe dalle rive - a una profondità di circa un metro sotto il medio mare - dove crescono e si moltiplicano. Ma fondi a disposizione non ce ne sono, e la soluzione appare di difficile applicazione.  La comparsa delle nuove alghe, dicono gli esperti, non è un segnale di inquinamento. Anzi, l'aumentata velocità delle correnti alle bocche di porto produce un ricambio più veloce e una qualità dell'acqua migliore. Il segnale di allarme va rivolto invece sul fronte della biodiversità. Specie non autoctone possono colonizzare la laguna fino a traformarne la vita biologica. Era successo vent'anni fa con l'introduzione delle vongole veraci filippine (Tapes philippinarum) che avevano rapidamente fatto scomparire le molto più gustose e pregiate vongole nostrane (Tapes Decussatus). Oggi in laguna sono scomparse molte specie viventi, e a causa dell'erosione anche vegetazioni tipiche dei bassi fondali. (a.v.)

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