Aido, donazioni in crescita C’è il sì di 23mila veneziani

Il 2017 ha visto una crescita delle donazioni di organi del 9%, numeri che confermano il trend positivo che prosegue dal 2013, quando le persone che avevano dato il consenso alla donazione presso il proprio comune erano 5. 495 in tutta Italia. Oggi sono 1. 243. 085. Il grosso lo si deve proprio al progetto “Scelta in Comune”, che prevede la possibilità di iscriversi al registro delle donazioni contestualmente al rinnovo dei documenti. Il progetto è stato lanciato in via sperimentale nel 2012, in appena una manciata di comuni in tutto il territorio nazionale, nel 2015 arrivano le prime adesioni nella provincia di Venezia e nel 2016, finalmente, l’iniziativa Scelta in Comune diviene pienamente operativa. Così, in appena due anni, si arriva ai risultati del Veneto e della nostra provincia: oltre un milioni di adesioni, si diceva, e di queste 93. 219 solo nei comuni del Veneto, 23. 490 vengono dalla Provincia di Venezia, circa un quarto, dove i comuni che hanno aderito al progetto sono 32 sui 44 della provincia. «È un caso virtuoso», ha detto il presidente provinciale di Aido Venezia, Francesco Lorenzon, nel corso dell’evento per la Giornata delle donazioni e dei trapianti tenuto al Centro Card. Urbani di Zelarino. Ma in quello che è stato definito da Aido l’anno dei record, arriva un’altra notizia importante: l’Ospedale dell’Angelo di Mestre a partire da quest’anno potrà effettuarsi i trapianti di midollo osseo Mud, da non consanguinei. «I requisiti per ricevere l’autorizzazione sono particolarmente stringenti», ha spiegato il direttore sanitario dell’Usl 3, Onofrio Lamanna. In precedenza nella regione era possibile solo a Padova e Verona. Così si allargano sempre di più le possibilità per i malati, come racconta la storia di una paziente padovana, una bambina di appena due anni affetta da leucemia, che è riuscita ad aumentare le proprie prospettive di vita grazie ad una donazione di una cittadina di Hong Kong, unica compatibile in tutto il mondo. Ma il Veneto dà l’esempio anche per quanto riguarda le opposizioni alla donazione: in Italia il 32, 8% delle persone che esprimono la propria scelta negano la possibilità che i propri organi vengano donati in caso di decesso, in Veneto il dato scende al 16. 3% con una proiezione per il 2018, racconta Lorenzon, che prevede un ulteriore calo al 14%.
Numeri che, ancora una volta, incoraggiano nonostante un’anomalia tutta italiana: dal 1999 esiste una legge, la L. 91/99, che prevede, come in buona parte del resto dell’Unione Europea, il principio del silenzio assenso. Ossia? Si presuppone la disponibilità a donare salvo che non venga dichiarato diversamente. Ma la legge non è mai stata attuata, così, onere delle associazioni come Aido diventa quello di educare al dono. «Ad alzare barriere è il concetto di morte cerebrale», ha detto Lorenzon sui motivi che portano i parenti dei pazienti defunti a non dare il consenso. «Non sempre le persone sono consapevoli che anche se il cuore batte ancora non significa necessariamente che esista una possibilità di rianimazione, la soluzione è dare il proprio consenso finché si è in vita, così si toglie un forte peso ai propri famigliari in un momento in cui non possono avere la lucidità per decidere a cuor leggero, il che è umano e comprensibile».
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