Morta due ore dopo la visita a domicilio, guardia medica condannata a un anno
Una donna di Teglio faticava a respirare, il professionista padovano diagnosticò una bronchite prescrivendo farmaci. Secondo l’accusa «ometteva l’anamnesi e l’auscultazione del torace nonostante reiterate richieste»

Un medico di nazionalità israeliana, Jamal Basal, 57 anni, di Padova, è stato condannato martedì 8 luglio dal Tribunale di Pordenone a un anno, pena sospesa, per il reato di omissioni in atti di ufficio, in relazione alla morte, avvenuta 7 anni fa, di una donna di Teglio.
Il medico era difeso dall’avvocato del foro di Padova Maria Susetta Galzignato, che ha annunciato il ricorso in appello.
Il professionista era di turno alla guardia medica il giorno in cui la donna è deceduta. I fatti fecero all’epoca clamore, anche perché la risonanza in un comune piccolo come Teglio fu chiaramente enorme.
Il 27 gennaio 2018 un marito preoccupato, Renzo Simon Ostan, aveva chiamato prima il medico di base (che era indisponibile), poi il servizio di continuità assistenziale, cioè la guardia medica al Pronto soccorso di Portogruaro, perché la moglie Vanda De Antoni accusava una perdita di fiato.
Nel corso della telefonata alla guardia medica, stando al capo di imputazione, per tre volte Simon Ostan aveva ribadito che la moglie «fa fatica a respirare».
La telefonata era delle 12.01. Il medico prima aveva suggerito l’opportunità di chiedere l’intervento del 118, ma per il pubblico ministero Carmelo Barbaro avrebbe dovuto farlo lui stesso nelle sue funzioni. Da qui la prima accusa di omissione.
Basal era poi giunto al domicilio indicato, alle 14.30, ma secondo il capo di imputazione «ometteva l’anamnesi remota della paziente, non sottoponeva la donna ad alcuna visita, omettendo l’auscultazione del torace, nonostante i reiterati inviti del marito ivi presente. Si è limitato a formulare una diagnosi di bronchite, prescrivendo dosi di Fluibron più Bentelan».
Vanda De Antoni era deceduta dopo altre due ore di agonia.
Il pm Barbaro aveva affidato l’autopsia al medico legale Antonello Cirnelli, il quale aveva stabilito che la donna era morta di infarto.
Ieri la sentenza pronunciata dal giudice Eugenio Pergola, presidente di sezione.
In capo al medico pende anche un’indagine disciplinare nei suoi confronti da parte dell’Ordine dei medici.
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