Ai leghisti 4 anni e 3 mesi per le botte a 2 immigrati

Due condanne pesanti per l’episodio dell’8 settembre 2008 dopo il Padania day Gli aggressori avevano anche danneggiato il ristorante “La Bricola” di San Marco
Di Giorgio Cecchetti

Si è concluso ieri con due condanne pesanti il processo che inizialmente vedeva sul banco degli imputati quattro militanti lombardi della Lega Nord accusati di lesioni volontarie con l’aggravante dell’odio razziale e di danneggiamento per l’aggressione a due camerieri del ristorante «La bricola» di San Marco durante il «Padana day» del 2008. Il Tribunale di Venezia presueduto dal giudice Irene Casol ha sostanzialmente accolto la tesi del pubblico ministero Giovanni Zorzi e ha condannato a due anni e tre mesi di reclusione Fabio Vitali 834 anni) e a due anni Giampietro Finazzi (51 anni), entrambi bergamaschi. Al primo non è stata concessa la sospensione condizionale della pena: dovranno anche risarcire le parti civili, rappresentante dagli avvocati Giovanni Maggiolo e Francesco Mason, con una provvisionale immediatamente esecutiva di quattromila e cinquemila euro. Due anni fa, davanti al giudice dell’udienza preliminare, gli altri due aggressori avevano scelto i riti alternativi: il 39enne Luca Paris era stato condannato a un anno di reclusione, mentre il 36enne Efrem Belussi aveva patteggiato una pena di un anno e cinque mesi.

I fatti risalgono al 13 settembre 2008, la domenica del Padania day in laguna. Secondo le indagini, coordinate allora dal pm Emma Rizzato, i quattro avrebbero pestato i due camerieri stranieri, usando anche un bastone, coprendoli di insulti e danneggiando il ristorante. Il tutto iniziò perché due leghisti del bergamasco, passando al mattino davanti al locale «La Bricola» avrebbero importunato due turiste americane che erano sedute nel locale. Un cameriere albanese era intervenuto per cercare di farli smettere e la cosa, apparentemente, era finita lì. Nel pomeriggio, invece, alla fine della mani9festazione che si era svolta in Riva degli Schiavoni e alla quale aveva partecipato l’allora segretario della Lega Umberto Bossi e gli altri leader del Carroccio, i due erano ritornati insieme ad altri leghisti e avevano devastato il locale picchiando l'albanese e un altro cameriere marocchino che era intervenuto per aiutare il collega. I vertici della Lega Nord si erano affrettati a sostenere che i 4, che i due aggrediti avevano riconosciuto dopo le indagini delle forze dell’ordine, erano dei semplici simpatizzanti, mentre gli uomini della Digos veneziana avevano scoperto che erano iscritti al partito e tra i più attivi a Bergamo e provincia.

Ieri, il pubblico ministero Giovanni Zorzi ha chiesto la condanna dei due leghisti anche per l’aggravante dell’odio razziale, che invece i difensori avevano contestato. Il magistrato ha sostenuto che l’aggressione non è avvenuta per motivi semplicemente personali - insomma solo perché il gruppo di leghisti voleva dare una lezione ai due camerieri per quello che era accaduto al mattino - ma che gli epiteti utilizzati («Albanese di m.. », lo stesso per il marocchino ed altro) si inquadravano nell’iniziativa politica alla quale gli imputati stavano partecipando. Tra l’altro, e a ricordarlo è stato uno degli avvocati, due dei leader della Lega come il veronese Flavio Tosi e il trevigiano Giancarlo Gentilini, «sono stati condannati per reati con l’aggravante dell’odio razziale». Gli imputati dovranno risarcire anche il titolare del ristorante per i danneggiamenti compiuti, ma toccherà al Tribunale civile stabilire la cifra.

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