Agguato in Corso, Sesillo non voleva uccidere

Cade l’accusa di tentato omicidio, tre anni e due mesi per lesioni aggravate. Assolto Cavallarin: non ha commesso il fatto



Non c’era intenzione di uccidere, “solo” di ferire. E così l’accusa di tentato omicidio è stata derubricata in lesioni aggravate. Tre anni e due mesi per Alessandro Boscolo Sesillo, 36 anni, mentre Otello Cavallarin, 41 anni, è stato assolto per non aver commesso il fatto. Così ha deciso ieri pomeriggio la gup Maria Luisa Materia nel procedimento con rito abbreviato (e quindi con lo sconto di un terzo della pena) per l’aggressione del 23 ottobre scorso ai danni di Massimo Dario, 51enne con precedenti di spaccio, sotto ai portici di Corso del Popolo.

Il sostituto procuratore Giovanni Zorzi nella sua requisitoria ha insistito nella contestazione del tentato omicidio, chiedendo la condanna a 5 anni e 4 mesi per Boscolo Sesillo ed a 3 anni e 4 mesi per Cavallarin. Nel procedimento si era costituita anche la vittima: la gup ha disposto che il risarcimento venga deciso dal giudice civile. Già il tribunale del Riesame nei mesi scorsi aveva disposto la scarcerazione di Cavallarin (avvocato Giovanni Giantin) che era ai domiciliari. Boscolo Sesillo (avvocato Marco Zanchi), invece, è in carcere ma per la tentata rapina al ristorante “Il Gabbiano 2”.

Secondo le indagini, Boscolo Sesillo sarebbe stato l’autore materiale dell’accoltellamento, mentre Cavallarin il determinatore, oltre che il complice. Proprio Cavallarin, infatti, sosteneva di avanzare da Dario 20mila euro di spese legali per un altro procedimento penale che li aveva visti entrambi coinvolti. Era stato Boscolo Sesillo a colpire Dario con due coltellate alla schiena che avevano provocato al 51enne una ferita da arma bianca con problemi a un polmone, giudicata guaribile in 25 giorni.

Per le difese, invece, sarebbe stato Dario ad aggredire per primo dopo aver parlato con Cavallarin, mentre Boscolo Sesillo stava da parte. Quando Boscolo Sesillo aveva visto che il suo amico era stato preso per il collo da Dario, ben più prestante dal punto di vista fisico, era intervenuto in difesa. Per questo era stato invocato l’eccesso colposo di legittima difesa.

Una quindicina di giorni fa, Massimo Dario si era vendicato di Cavallarin all’ora dell’aperitivo in Corso del Popolo. Il 41enne era stato colpito con un pugno alla mascella, provocando una frattura composta con 30 giorni di prognosi. A raccontare l’episodio ai carabinieri era stato Cavallarin. A carico di Dario è scattata la denuncia per lesioni. —



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