Affare Pili, nuova bufera per la giunta Brugnaro. Donadini è sotto accusa

Chieste da “Terra e Acqua” le dimissioni del vice capo di gabinetto del sindaco per il suo ruolo nella possibile vendita dei terreni all’imprenditore Ching
DEREK DONADINI
DEREK DONADINI

MESTRE.

La vicenda Pili – dopo l’inchiesta della “Nuova Venezia” sulla fallita operazione che coinvolgeva la società dell’imprenditore asiatico Ching Chiat Kwong, ma anche società e collaboratori del sindaco, nella vendita e valorizzazione dei terreni - “scalda” le opposizioni.

Mentre da parte del sindaco e del suo staff non arrivano dichiarazioni ufficiali, c’è chi chiede già le dimissioni del vicecapo di gabinetto di Brugnaro, Derek Donadini. Come il gruppo consiliare di Terra e Acqua 2020 che «ritiene inopportuna la riconferma nell’incarico di Derek Donadini.

Se i fatti riportati rispondono al vero, siamo in presenza di una inaccettabile commistione fra ruolo pubblico e interessi privati di una o più aziende, che avrebbero potuto beneficiare di trattamenti più o meno favorevoli se la trattativa sui Pili fosse andata in porto.

Di certo c’è soltanto l’alienazione di due palazzi di proprietà comunale in favore del medesimo soggetto il cui interessamento era stato offerto e/o richiesto e/o sollecitato per bonificare e valorizzare i Pili, in epoca anteriore alla creazione del “blind trust”. In queste circostanze, riteniamo doveroso un passo indietro di Donadini, o la sospensione dal suo incarico in attesa dei chiarimenti che vorrà fornire».

Brugnaro, tutte le società del “blind trust” Utile netto per 28,7 milioni, ricavi per 761
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro in una foto d'archivio del 15 giugno 2015. ANSA/ANDREA MEROLA


Per il gruppo consiliare del Pd «gli interessi dell’imprenditore Brugnaro tornano alla ribalta. Egli stesso è consapevole che la vicenda legata ai Pili è un tema che richiede massima attenzione, tanto che il 21 marzo 2015 aveva dichiarato: “Su quell’area non farò nulla. Perché è giusto. Sarebbe un conflitto di interessi”. E poi si è rimangiato tali parole. Ora sui giornali leggiamo perfino che vi sarebbe una corrispondenza tra uno dei più stretti collaboratori del sindaco, il vice capo di gabinetto, in merito alla vicenda dei Pili (ma che a quanto si legge coinvolgerebbe anche il capo di gabinetto, ndr). Se fosse confermato sarebbe la riprova di quanto abbiamo più volte denunciato: ovvero che il blind trust ci vede benissimo! Da quanto si legge, aleggia lo spettro di commistioni molto ramificate che vanno oltre la vicenda dei Pili perché il privato che stava trattando per investire nell’area aa sarebbe lo stesso che ha acquistato anche alcune proprietà del Comune (Palazzo Poerio Papadopoli e Palazzo Donà). Questi nodi devono essere sciolti una volta per tutte, perché questo modo di agire mina la credibilità delle istituzioni».

«È assolutamente necessario e urgente che la segreteria del sindaco», dichiara anche il segretario della Cgil funzione pubblica, Daniele Giordano, «chiarisca i contenuti usciti sulla “Nuova Venezia” di ieri. L’integrità, la correttezza e la trasparenza delle pubbliche amministrazioni non può essere messa in discussione per interessi privati come apparirebbe dall’articolo e per questo chiediamo una presa di posizione chiara che tolga ogni dubbio sulle ragioni per cui la segreteria politica del Sindaco, che come sappiamo tiene stretti i rapporti con la dirigenza comunale, intrattenga rapporti diretti con imprenditori che hanno interessi sulle proprietà dello stesso sindaco».

Anche il senatore del Pd Andrea Ferrazzi denuncia il conflitto di interessi che si estenderebbe alla modifica della pianificazione urbanistica dell’area. —


 

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