Addio a Maryline, 23 anni Il suo coraggio non è bastato

Chiesa dei Carmini strapiena ieri mattina per dare l’ultimo saluto alla ragazza Il parroco don Silvano Brusamento: «Una tragedia. Era una ragazza d’oro»

«È dura, è tanto dura...» Don Silvano Brusamento, per anni parroco dei Carmini, si lascia andare alla commozione al termine della cerimonia funebre. Chiesa strapiena per dare l’ultimo saluto a Maryline Zecchini, vinta dalla malattia a soli 23 anni. Una ragazza solare e coraggiosa, brava a scuola, piena di amici. Strappata alla miseria del suo Paese di origine, Haiti, dai nuovi genitori, Marino Zecchini e Antonella Silvestri, che l’avevano adottata e portata in Italia da bambina, insieme alla sorella Darline.

Maryline se n’è andata dopo aver lottato con coraggio per un anno e mezzo contro la malattia. I genitori e i tanti parenti e amici le sono stati sempre vicini. E adesso non si danno pace. La chiesa dei Carmini che fatica a contenerli tutti ne è la testimonianza.

«È dura, i genitori devono avere coraggio», dice con grande tristezza don Silvano.

In chiesa ci sono i ragazzi del patronato, che con Maryline avevano stretto amicizia sincera. La sua numerosa famiglia, con gli zii Stefano e Barbara, Maurizio e Martina. I nonni Siebezzi, gli amici e i colleghi di lavoro.

La bara bianca è ricoperta di fiori. A terra, come per le personalità importanti. Dopo la benedizione dei sacerdote la issano in spalla in sei, tra cui i tre giovani cugini Sebastiano, Giovanni, Giacomo. L’ultimo saluto che non si vorrebbe mai interrompere.

Maryline era la dimostrazione di una storia impossibile, diventata realtà. Due sorelline impaurite e provate dalla guerra e dalla miseria, salvate da due persone generose come Marino, dirigente della Thetis e adesso del nuovo Consorzio Venezia Nuova commissariato, e Antonella, impiegata di banca molto attiva in parrocchia.

«Non fiori ma opere di bene», recita l’epigrafe appesa fuori della chiesa. Dentro, clima torrido. Caldo asfissiante e lacrime. Straziante la processione per uscire dalla chiesa. Tutti vogliono stringere la mano e abbracciare i due genitori sfortunati. La sorella Darline stringe in mano un piccolo mazzo di rose. I parenti la confortano. «Una famiglia generosa, che le è stata sempre accanto con amore e generosità», dice don Silvano, «lei era una ragazza solare, piena di progetti. Aveva voglia di farcela, ma la malattia l’ha sconfitta. I genitori devono avere coraggio. Tanto».

Maryline era arrivata a Venezia una quindicina di anni fa. Si era fatta subito accettare e amare in parrocchia e tra gli amici. Si era iscritta a scuola e diplomata al liceo artistico, poi iscritta all’Accademia di Belle Arti, che continuava a frequentare nche quando il suo stato di salute era peggiorato. Un anno fa la diagnosi impietosa. E le cure che sono servite a poco.

Ieri mattina i funerali. E un grande amore dimostrato dalla folla che ha riempito la chiesa. —

A.V.

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