Abate Zanetti, tutto in mano a Brugnaro

Il Comune rinuncia alla sua quota nella società della Scuola del vetro ora controllata dal sindaco

Tutta la Scuola del Vetro Abate Zanetti - con la piena proprietà della Abate Zanetti srl, che la gestisce - nelle mani del sindaco Luigi Brugnaro. I potenziali incroci di interessi tra il primo cittadino e l’imprenditore restano all’ordine del giorno e il nuovo caso riguarda la delibera che ha approvato il diritto di recesso da parte del Comune della quota del 5 per cento che ancora deteneva all’interno della società. Una delibera approvata in assenza dello stesso Brugnaro, proprio perché la questione riguardava direttamente le sue società.

Il sindaco possiede già l’85 per cento del capitale sociale dell’Abate Zanetti Srl, con un’altra sua società, la Salviati srl. Brugnaro ha infatti acquistato nel 2010 il marchio della storica vetreria muranese. Con un’altra sua società, la Umana Forma srl, Brugnaro ha anche già acquistato il 10 per cento delle quote messe in vendita anche da Provincia e Camera di Commercio. Rimaneva il 5 per cento ancora in carico al Comune, che pure aveva già espresso l’intenzione di mettere in vendita la quota di minoranza, Non sarà più necessario metterle all’asta pubblica, però, perché in base alla delibera approvata, il Comune eserciterà il diritto di recesso dall’Abate Zanetti srl e le quote dovrebbero essere riacquistate dagli altri soci, cioè da Brugnaro.

Una misura motivata dal fatto che il Comune non ha preso parte all’Assemblea straordinaria dei Soci di Abate Zanetti srl che ha modificato lo statuto e ha cambiato anche l’attività di quella che era prima esclusivamente una scuola di formazione professionale per gli operatori del vetro.

La nuova attività ora sarà anche «l’esercizio e la gestione di scuole private per corsi di qualsiasi tipo che abbiano o meno il riconoscimento dello Stato e di altre Pubbliche Amministrazioni regionali o locali, per qualsiasi genere di scuola, anche professionale e di specializzazione e per tutti i gradi di insegnamento, incluso quello universitario». Uno svolta decisamente di tipo privatistico per la Scuola e che si apre anche a molte altre possibili attività. Il fatto che il Comune non abbia preso parte all’Assemblea e il fatto che avesse già in animo di cedere le quote determina, secondo la delibera, il diritto di recesso e libera l’acquisizione del 5 per cento comunale da parte degli altro soci.

In realtà, uno 0,34 per cento di questa quota spetterebbe al Comune di Cavallino - per l’accordo sulla separazione con quello di Venezia - ma visto che il Comune di gronda non ha accettato la ripartizione patrimoniale stabilita dal commissario, intanto si va avanti così.

Enrico Tantucci

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