A Venezia declassato il Civile: Scelta grave della Regione

VENEZIA. Venezia declassata dalla Regione. L’Ospedale Civile ridotto a «ospedale di base», la qualifica più bassa tra quelle previste. Come una qualsiasi struttura di provincia. Con le prospettive di un’ ulteriore riduzione dei finanziamenti. È bufera sulle nuove «schede regionali» approvate dalla giunta Zaia con la delibera del 13 marzo scorso, che classificano le 68 strutture ospedaliere della Regione Veneto. Lo storico ospedale di San Giovanni e Paolo, unica realtà sanitaria pubblica di riferimento del centro storico e isole, viene declassato all’ultimo livello.
Mobilitazione in corso. Proteste dei sindacati e anche della politica veneziana. A tessere le fila della «rivolta» è un ex sindaco ed ex assessore, parlamentare ed esponente di spicco dell’area democristiana. L’avvocato Ugo Bergamo ieri ha inviato una lettera aperta al sindaco Luigi Brugnaro, responsabile della sanità veneziana, ai parlamentari veneziani, ai consiglieri regionali. E mobilitato sindacati e organizzazioni di categoria. «Una decisione grave e incomprensibile, che avrà ripercussioni sulla vita dei cittadini veneziani», scrive Bergamo, «e sottopone la città a gravi rischi per il futuro».

I tre livelli degli ospedali sono l’ospedale «Hub» (cinque nel Veneto, con un bacino ciascuno da un milione di abitanti: a Mestre è il Dell’Angelo), due ospedali di rilievo provinciale (Belluno e Rovigo), gli ospedali «spoke» e gli ospedali di rete o strutture di base. La maggior parte delle strutture ospedaliere regionali sono definite «Spoke». Mentre l’ospedale del centro storico, capoluogo della Regione, è finito all’ultimo posto. Non è solo una questione di prestigio.
«Nei prossimi anni», spiega Bergamo, «le maggiori risorse in termini di personale e di strumenti per la diagnosi e cura andranno solo alle prime due categorie, mentre agli ospedali di base resteranno le briciole». Un declino annunciato. E la città si mobilita. Da anni il capoluogo lotta contro la scarsa sensibilità della Regione, che distribuisce le risorse sulla base degli abitanti. Così vengono tagliati i fondi nazionali per il trasporto e quelli per la sanità. «È vero che in laguna ci sono solo 50 mila residenti», scrive Bergamo a Brugnaro, «ma si tratta di una delle città turistiche più importanti del mondo, nonché meta di personalità pubbliche dall’intero pianeta». Occorre impedire la caduta del livello di qualità dei servizi, e il rischio per Venezia di scendere al livello di «non città».

Un’emergenza che si inserisce in un quadro già preoccupante. Secondo la Cgil nell’Asl 3 Serenissima sono stati ridotti i posti letto (meno 169). E mancano medici, infermieri e operatori sanitari. 128 (su un totale di 973) i medici, 46 (su 3227) gli infermieri, 53 (su 1046) gli operatori sanitari.
Mancano medici di pronto soccorso, specialisti. L’Asl ha avviato bandi di concorso per le sostituzioni, ma non basta. Soprattutto nell’ottica di questo improvvido declassamento. Diventare «ospedale di base» significa non essere nemmeno mèta ambita per specialisti e medici che puntano al primariato. Con l’inevitabile conseguenza che la qualità dei servizi e dei primari potrà diminuire. Eppure non sono poche le iniziative lanciate per un recupero anche culturale dell’area dell’Ospedale civile. Sono stati ristrutturati i locali e i servizi per il pubblico (prenotazioni ed esami), aperto il museo, ripulito l’androne della Scuola Grande di San Marco. Ma con il taglio delle risorse tutto diventa più difficile. Le schede andranno ora in commissione e poi al voto in Consiglio regionale.
Il "no" degli albergatori. “Chiediamo alla Regione di fare un passo indietro sulla decisione di declassare l’ospedale Civile di Venezia”. L’Associazione Veneziana Albergatori interviene con forza sulla scelta di ridurre il Civile alla qualifica di “ospedale di base”. “Una decisione non appropriata - commenta il direttore Claudio Scarpa -. Va ricordato che a Venezia, oltre ai residenti, ci sono dieci milioni di turisti l’anno. Tra i servizi che la città offre c’è anche una sanità di eccellenza a livello veneto. L’ospedale di Venezia è fondamentale, per i visitatori e per i cittadini veneziani che in alta percentuale sono anziani. L’Associazione Veneziana Albergatori si impegnerà affinché la struttura ospedaliera resti all’altezza delle necessità di chi Venezia la vive, perché avere un ospedale di eccellenza significa dare dignità alla residenzialità. Non lamentiamoci, altrimenti, se i residenti decidono di andarsene”.
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