Jesolo, Croce Rossa tamponi negativi ma resta la tensione

Arrivati i primi 20 risultati dei test sugli ospiti della struttura Ma per uscire dovranno attendere gli esiti di tutti i presenti
BARON - TOMMASELLA - JESOLO - LA CROCE ROSSA - VALIGIE MIGRANTI - ZONA RETRO PRESIEDIATA
BARON - TOMMASELLA - JESOLO - LA CROCE ROSSA - VALIGIE MIGRANTI - ZONA RETRO PRESIEDIATA

/ JESOLO

Primi 20 tamponi negativi, tra oggi e domani l’Usl 4 dovrebbe terminare i controlli alla Croce Rossa di Jesolo e successivamente decidere la riapertura dei cancelli ancora blindati della struttura di via Levantina.

Per il momento i circa 80 migranti in quarantena sono ancora chiusi e controllati da polizia di Stato, finanza, carabinieri ed esercito. E da tutti quei cittadini in ansia che girano con i telefonini e temono fughe dalle recinzioni, sostengono di aver visto migranti fuggire di notte e di giorno. Non risulta però dagli elenchi della Croce Rossa che ha a sua volta potenziato il personale in servizio chiamando volontari da tutta Italia di rinforzo. Le forze politiche di Jesolo sono in allerta.

Lucas Pavanetto (FdI) è tra quelli che osserva con preoccupazione la Cri di Jesolo in questi giorni di forti tensioni e proteste maturate all’interno. E invoca la linea dura, anzi durissima. «La situazione è di emergenza», dice Pavanetto, «e pertanto i migranti devono restare all’interno senza che alcuno possa uscire. Chi tenta di scappare in questa fase deve essere subito rispedito nel suo Paese senza valutare lo status. Questa deve essere la misura da adottare».

Il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, è prudente e comunque si schiera tra chi vuole totale intransigenza sulla croce rossa di Jesolo: «Fino a che non avremo tutti i tamponi negativi nessuno dovrà uscire dalla struttura sorvegliata. Ne abbiamo discusso anche con il dottor Luigi Nicolardi del dipartimento di prevenzione dell’Usl 4. Se anche ci fosse un solo tampone negativo allora dovrà iniziare nuovamente la quarantena per tutti».

Ma se così fosse è chiaro che il tumulto all’interno potrebbe anche diventare incontrollabile.

Se l’altro giorno i migranti erano pronti con la valigie davanti ai cancelli, questa volta potrebbero anche forzare la mano con conseguenze davvero nefaste e rischiando di terminare l’avventura in un bagno di violenza.

Ecco perché Prefettura e Questura hanno gli occhi puntati sulla struttura di Jesolo. È anche vero che i circa 80 migranti erano suddivisi in moduli da una ventina di persone e quindi non è detto che il tampone negativo debba necessariamente bloccare tutti.

rISTORANTE aperto

I casi di covid tra i cuochi di un ristorante del lido, tutti bengalesi e ormai saliti a 5, ma questo non ha impedito la riapertura per una mancanza di personale. Di fatto, tra contagiati e quarantene, mancava la manodopera, ma i titolari sono riusciti a supplire con interinali e igienizzando i locali.

Intanto, la comunità bengalese di Jesolo, la più folta con circa 2 mila connazionali impiegati nel settore turistico e ristorazione in particolare, ha iniziato a sottoporsi volontariamente ai tamponi sotto le tende allestite all’ospedale di Jesolo a fianco del dipartimento di prevenzione.

SPIAGGE AFFOLLATE

La situazione sulle spiagge è ancora complessa. Soprattutto nel fine settimana molti turisti e pendolari lamentano troppi assembramenti soprattutto in spiaggia, venditori abusivi e massaggiatori irregolari senza mascherine e con folle di acquirenti e persone interessate. E, ancora, mascherine gettate e nascoste sotto la sabbia. Quanto ai locali della notte, dopo l’episodio del Muretto e del video con i giovani ammassati e senza mascherine, i controlli saranno intensificati nel rispetto delle norme anti contagio. –

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