Tutto il mondo è granata quando entri al Taliercio

Emozioni e sorrisi: Maria come Young, il piccolo Leonardo ha paura di Leo Rey Attenzione a Stefano: «In caso di scudetto mi ossigenerò la barba»
VATRELLA MESTRE 13/09/2007 Palasport Taliercio presentazione squadre basket © Bertolin M.
VATRELLA MESTRE 13/09/2007 Palasport Taliercio presentazione squadre basket © Bertolin M.

MESTRE. Volano i foglietti di carta al primo canestro di Julyan Stone dopo 45 secondi di gioco. Peccato per il colore bianco dei coriandoli in un Taliercio gremito in ogni ordine di posto e tutto a tinte granata. Chi non ha la maglietta ufficiale dei playoff, regalata tre giorni fa, sono quei tifosi che non erano potuti venire in gara1. Come per esempio Maria Dal Poz di Mestre e il suo bimbo Leonardo di due anni. Per non stonare con il tema monocromatico Maria indossa la mitica casacca numero 13 di Alvin Young con griffato il suo soprannome di battaglia “Boogie”. L’obiettivo di avere una foto insieme a Leo Rey, l’idolo dei più piccoli, è fallito anche questa volta, perché Leonardo ha una paura tremenda del leone e ogni volta che il pupazzone gli si avvicina si mette a piangere. Tutti si sono ricordarti di portarsi da casa la t-shirt “play off 2015” con gli autografi di tutti i giocatori. La famiglia Scarpa di Marghera è tutta granata. Mamma Cristina, ma anche le figlie Elisa, Elena e Caterina di 9 anni che è venuta al palazzetto insieme all’amica Emma Lando sfidano l’aria della fredda serata girando fuori dal Taliercio in manichette corte.

Anche al Reyer store si cerca l’ultimo cimelio da collezione. Adriano Giugie di 62 anni e sua moglie Aurora Perini di Chirignago completano il loro vestiario marcato Reyer comprando il k-way, l’unico “pezzo” mancante della loro collezione. C’è solo un colore, verrebbe da cantare, vedendo la gente entrare in palazzetto. Si va dalle famiglie ai semplici amici come Francesco Zanella e Alessandra Zabeo di Campalto o Andrea Criscitelli di Zero Branco e Max Ferraresi di Mogliano. Nessuno, ma proprio nessuno ha dimenticato ha casa la maglia, nemmeno a volerlo fare apposta.

Non mancano i tifosi storici, che ci sono sempre, playoff o campionato che sia. Stefano Gastaldello del centro storico festeggia quest’anno i 50 anni di tifoso della Reyer Venezia. E promette in caso di… scudetto.. di ossigenarsi la barba di orogranata. Insieme a lui c’è la figlia Agnese che ha sì 23 anni, ma da è quindici che segue la squadra veneziana. «Sono pronta a seguire le orme di mio papà» dice e noi le crediamo visto la costanza messa da Stefano. «La Reyer è l’orgoglio di Venezia» dice Stefano «è una cosa magica, fa parte della storia della città».

Tra i più piccoli Emanuele Negri si porta dietro il pallone per fare due tiri alla fine dell’incontro. Prima di entrare Emanuele ha scattato una foto al Taliercio e una al pullman di Cantù da aggiungere nell’album dei ricordi. Entrano i giocatori di Recalcati e Aurora Colla di San Donà, Alice Zuin di Chirignago e Cecilia Fullin di Venezia immortalano l’evento con i loro iPhone. Non mancano le “Very Important Person” sui posti d’onore. Ci sono Nando Gentile venuto a vedere suo figlio Stefano e Francesco Vitucci. E c’è anche Piero Rosa Salva il presidente della Venice Marathon.

Thomas Maschietto

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