Tognolli candidata alle elezioni federali «Seguirei il paralimpico»

L’ex campionessa del mondo e arbitro internazionale ha arbitrato  a Rio de Janeiro ed è già stata designata per le Olimpiadi di Tokyo 

VENEZIa

Veneziana, ex campionessa del mondo a squadre di sciabola, arbitro internazionale nel settore paralimpico, Alessia Tognolli si candida per le prossime elezioni federali in Italia. Fa parte del gruppo che appoggia, come candidato presidente, Michele Maffei, a sua volta grande ex atleta nella disciplina, campione olimpico e mondiale negli anni Settanta.

Alessia Tognolli ha già avuto modo di arbitrare alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro in Brasile, ed è già stata designata per le prossime di Tokyo, slittate al 2021 per il Covid.

Perché si candida?

«Per mettere a disposizione tutta l’esperienza acquisita in trent’anni di attività, ad un mondo, quello della scherma, che mi ha dato tantissimo come atleta e come arbitro in termini di traguardi raggiunti».

In caso di successo seguirebbe l’area paralimpica?

«Sì, le esperienze in campo nazionale e internazionale ti fanno capire la forza straordinaria degli atleti paralimpici, come sportivi e come persone. Questa stessa forza è sconosciuta alla maggior parte delle persone, ed è per questo motivo che, come consigliere federale, se sarò eletta desidero dare maggior ascolto e dignità a un movimento che merita un rispetto uguale o maggiore degli atleti normodotati. E questo per la forza agonistica che hanno e per le difficoltà che la vita ha loro riservato».

Per le elezioni si è proposta lei o le è stato chiesto?

«Sono stata contattata dalla squadra di Michele Maffei, e ho sviluppato il programma della parte paralimpica».

Rispetto alla partecipazione alle Paralimpiadi di Tokyo, come arbitro?

«Sono già stata designata, e resto ottimista. Vedo che si procede con i vaccini per il Covid , e spero nella disputa della prossima edizione, pur con tutte le precauzioni possibili. Non so come potranno essere organizzate, ma restano una tappa preziosa per gli atleti paralimpici. Hanno le stesse ambizioni di quelli normodotati, e una medaglia a Tokyo rappresenterebbe per molti di loro l’apice della carriera».

Gare, ovviamente, non se ne disputano per ora.

«È tutto fermo. Siamo riusciti solo ad andare a Eger in Ungheria, per la tappa di Coppa del Mondo in febbraio, poi è stato chiuso tutto. Sono saltati tutti i campionati nei vari continenti, e gli italiani in casa nostra. Spero si possa riprendere davvero a febbraio 2021 con le qualificazioni continentali e, teoricamente, con l’ultima gara di Coppa del Mondo».

Come ci si tiene in “forma” come arbitro senza competizioni?

«Si studiano tanti video per mantenersi in allenamento su questo. Ti confronti con gli altri colleghi, e ci si tiene in aggiornamento».

A Rio de Janeiro ha già lavorato, ma quanto mancano ora le gare?

«Mancano tantissimo, pure a me, sia dal punto di vista professionale per mettersi in gioco, sia per ritrovare amici, atleti e persone delle varie organizzazioni che conosce da tempo. Un pacchetto completo che manca e ti riempie la vita nelle competizioni. Guardo molto al rapporto umano personale e interpersonale che non si ha per colpa del Covid-19».

L’Italia ha grandi ambizioni per le medaglie a Tokyo?

«Abbiamo degli ottimi atleti, mancano ancora delle gare per capire chi si qualificherà, ma sono in tanti e l’auspicio è che ce ne siano il più possibile in gara in Giappone. Abbiamo un movimento in crescita e con atleti di valore e di spessore, che possono ambire a traguardi importanti».

Intanto si è dedicata a fare la mamma a tempo pieno.

«Il piccolo Giulio è stato con me in Ungheria e non è detto che mi accompagni anche a Tokyo, condizioni sanitarie permettendo». —

S. B.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia