Thomas, un tocco da campione

Fino all’ottantasettesimo minuto di Sampdoria-Venezia, il rammarico era soltanto uno. Quello del tocco in più. Perché nel calcio, ci sono delle cose che da fuori sembrano apparentemente semplici, chiare, ovvie. Premessa: troppo facile fare certe affermazioni seduti sul divano, o dal seggiolino degli spalti di uno stadio. Però. Però quando vedi giocatori di serie A che da inizio campionato hanno quel vizio di fare sempre un tocco in più, sempre, immancabilmente, ogni volta, allora davvero, anche se sei sul divano e sul tuo seggiolino allo stadio, davvero non riesci a capire. Che si tratti di una questione di lingua? Improbabile, perché il concetto di tocco di troppo è un concetto internazionale, visivo. Incomprensibile che non si riesca a capire. In quale modo si riuscirà un giorno a toccare le corde giuste, ad accendere finalmente quella lampadina? Al Venezia (a un paio di giocatori del Venezia, a voler essere precisi) capita con una regolarità disarmante.

In questo modo, le poche occasioni che possono capitare agli arancioneroverdi svaniscono, appunto, all’ultimo tocco. In questo modo, soprattutto, diventa difficile ribaltare un match come quello di ieri, iniziato subito in svantaggio, dopo quaranta secondi, un inizio che mette i brividi, perché se parti così, chissà come potrà continuare poi. E invece il Venezia fa come ha quasi sempre fatto in questo campionato: gioca non solo di resistenza, ma si propone, crea, inventa. Poi, però, quei tocchi di troppo. Il primo, il secondo, il terzo, occasioni che sfumano. Che nervi, che a Genova è, il nome di una spiaggia, Nervi. Scrivevo questo fino al minuto ‘87. Perché nel frattempo, uno di quelli dal tocco di troppo era diventato forse il migliore in campo, e perché poi il tocco non in più, ma quello giusto, delicato, preciso, arcuato, bellissimo, lo fa quel Thomas Henry che se continua con questi gol prima o poi farà smettere a tutti di rievocare, ogni volta, banalmente, l’omonimia con il suo connazionale che è un monumento del calcio internazionale, Thierry Henry. Cominciamo da oggi, magari, e parliamo solo di Thomas, e della capacità che ha di fare gol decisivi e ogni tanto splendidi.

Allora sapete che c’è, che da qui, dal divano, credo di dover chiedere scusa. Ma sì, fateli pure, giocatori del Venezia (un paio) quei tocchi di troppo. Vedi mai che, alla fine, i risultati positivi non dipendano proprio da quei tocchi in più. Dalla somma degli errori, che ti fa vincere. Perché del resto, il calcio non è matematica. —



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