Spes ai Mondiali con Mozzato 25 anni dopo Centazzo

Mestre. Non accadeva da quasi 25 anni. Un quarto di secolo dopo Gianmatteo Centazzo ai mondiali del 1995 un rappresentante della Spes Mestre di ginnastica artistica è tornato a rappresentare la gloriosa società mestrina in una competizione iridata, a Stoccarda 2019. E sarebbero potuti essere due se fosse stato convocato anche la riserva Stefano Patron.
Il diciannovenne Nicolò Mozzato ha indossato la maglia azzurra per far parte del gruppo italiano che ha sfiorato per 0. 500 decimi la qualificazione alle prossime Olimpiadi di Tokyo. Risultato sportivo che lascia l’amaro in bocca, ma emozioni che rimarranno per sempre nella memoria del giovanissimo atleta mestrino, alla sua prima partecipazione a un mondiale. «Dal giorno prima della gara, sapendo che sarebbe stata decisiva per la qualificazione alle Olimpiadi, non ho chiuso occhio. Ogni volta che provavo a dormire pensavo agli esercizi da fare», ricorda Mozzato di ritorno dalla trasferta mondiale.
«Ero molto emozionato e in queste cose conta molto l’esperienza che ancora non ho rispetto ai miei compagni. Avevamo la responsabilità di dimostrare a tutta l’Italia che c’era una nazionale che stava risorgendo, e questo ha creato delle aspettative che sono state disattese».
Sfiorando la qualificazione alle spalle della Germania. «Quando ho visto che eravamo solo tredicesimi, mi è crollato il mondo addosso. È un’emozione che non si può spiegare. È una cosa che sogni da quando sei bambino, da quando sei andato per la prima volta in palestra. Vedi tutto svanire in quei due giorni di gara, sapendo che parte della responsabilità è anche tua».
Con delle cadute da cavallo da parte di Mozzato e di un suo compagno di squadra che condizionano l’esito finale. «Mi sento un po’ responsabile. Si perché senza quel mio errore la squadra si sarebbe qualificata sicuramente. Mi sono messo il paraocchi per non pensare a nulla durante gli esercizi e, cavallo a parte, non è andata così male per un esordiente. Ma avrò anche altre possibilità per conquistare le Olimpiadi». —
Alessandro Torre
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