Secis Bc Jesolo, una festa infinita

JESOLO. La festa è qui, ed è appena iniziata. Dalla sirena finale alla palestra “Olivi” del Lido di Venezia, con la bottiglia di spumante saltata fuori come un gioco di prestigio e nascosta chissà dove da coach Massimo Guerra, uno dei tre grandi protagonisti fautori del progetto Jesolo, gli altri due sono Stefano “Charlie” Teso (l’uomo web e il disc jockey ufficiale)ed Emil Cavallin.
Alle strombazzate dei clacson per tutto il tragitto di ritorno da Punta Sabbioni alla “casa” del Pala Cornaro, tanto forti che quello della macchina di Mauro Zorzan si è rifiutato di suonare per un po’. Lo Jesolo torna in C nazionale dopo 27 anni, tanti troppi per una piazza che ha sempre avuto talento nel basket. Basti pensare alla juniores degli anni Ottanta che sfidava a livello nazionale Reyer, Cagiva Varese, Scavolini Pesaro e Bic Trieste. E ai giocatori che sono arrivati nella massima serie come Flavio e Massimo Guerra, Massimo Longhin, Christian Sari, Cristian Mayer e Lisa Cignarale nel femminile. Rivediamo il film: prima che si scateni la gioia vera e propria Andrea Delle Monache dà l’esempio ai suoi compagni e corre verso i giocatori del Lido per complimentarsi con loro. Poi la festa con i tifosi, un centinaio, le foto di gruppo ma non il classico taglio della retina. C’è da rispettare un avversario in piena lotta salvezza. È nello spogliatoio che scoppia l’inferno a base di bottiglie di spumante, tre che innaffia tutti. Emil Cavallin sottopone giocatori, allenatori e il resto dello staff ad inginocchiarsi e a farsi versare da bere… direttamente in bocca. Sembra la cerimonia di investitura di un cavaliere solo che al posto della spada,c’è lo spumante. Poi in pizzeria, dall’amico Roberto Buscato che tra un mese diventerà papà per la seconda volta. E allora cosa ti inventa Matteo Maestrello? Microfono alla mano la guardia jesolana chiama tutti a parlare. I giovani e i giocatori più anziani, anzi i “diversamente giovani” a sorsi di birra, rum e grappa. Bello vedere e sentire la felicità trapelare dalle parole di Michael Dal Maso, «per me è una emozione indescrivibile quella di esultare tutti assieme accanto a genitori, tifosi e parenti, una vittoria da brividi». Stefano “secco” Di Marzo, l’uomo dai mille soprannomi, vuole essere l’ultimo ad andare a letto “tanto domani faccio buca a scuola” ed invece arriva puntuale la telefonata di mamma Edi che lo vuole subito a casa. Giampiero Lucchetta invece esclama: «Dopo due finali perse siamo riusciti ad arrivare alla promozione. Vincere così ha un sapore davvero speciale». Un pensiero va anche ai genitori di Piercarlo Cia e a Giovanni il figlio di Matteo Maestrello, in ospedale da qualche giorno. Andrea Delle Monache si risparmia sul bere perchè è lui che alla fine fa da tassista ai compagni. Come anche Giampiero Lucchetta che porta a casa Di Marzo e gli altri. Sabato derby con il Litorale Nord e la festa continua.
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