Sara Crudo: «L’Umana è una grande occasione»

MESTRE. «Sono davvero contenta di essere arrivata a Venezia». La ligure Sara Crudo è alla prima stagione agli ordini di Andrea Liberalotto. Un ritorno in Italia per l’ala dopo la parentesi nel...

MESTRE. «Sono davvero contenta di essere arrivata a Venezia». La ligure Sara Crudo è alla prima stagione agli ordini di Andrea Liberalotto. Un ritorno in Italia per l’ala dopo la parentesi nel campionato francese. «Lo scorso anno, chiuso il biennio di Vigarano, cercavo stimoli nuovi. Io sono di Ventimiglia, a un tiro di scoppio dal confine, Monaco mi aveva già cercato, ho deciso che era arrivato il momento di provare un’esperienza nuova».

Ventitrè anni compiuti il 13 aprile, ala di 184 centimetri, Sara Crudo ha giocato una stagione nell’NF1, la terza serie transalpina, dopo aver indossato in Italia le maglie di La Spezia e Bologna in Serie A/2, Parma e Vigarano in Serie A/1, nel suo palmarès ci sono due medaglie di bronzo vinte agli Europei under 16 di Cagliari nel 2011 e under 20 di Udine nel 2014.

“C’è una bella differenza con la nostra Serie B, il livello è molto alto, credo che le squadre di prima fascia potrebbero competere con quelle di fondo classifica nella nostra A/1. Io ho giocato da straniera, con me c’era Alessia Cabrini, lei ha il doppio passaporto, quindi figurava come francese».

Adesso la nuova avventura con l’Umana. «Sarà la mia prima stagione in una squadra che punta a ripetere i risultati delle passate stagioni, se non addirittura a migliorarli. Non credo che avrò problemi a inserirmi nel nuovo gruppo. Sono molto elettrizzata nell’idea di poter giocare l’EuroLeague, anche se dovremo superare l’ostacolo Riga nel turno preliminare. Faremo di tutto per garantirci l’approdo al girone della regular season, in ogni caso potrò giocare una coppa europea. Dovremo farci trovare pronte a inizio della stagione per sfruttare al meglio questa possibilità. E poi, come è successo per Kacerik e De Pretto» conclude la neo granata, «l’Umana potrebbe diventare un bel trampolino per arrivare alla maglia azzurra». —

M.C. .

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia