Chiarodia, il primo gol in Bundesliga sognando l’azzurro

Il difensore, originario di Cinto Caomaggiore, è andato a segno con i tedeschi del Borussia Moenchengladbach e si candida alla Nazionale di Spalletti

Rosario Padovano
Fabio Chiarodio, assieme alla famiglia, dopo il trionfo con gli azzurrini agli Europei Under 19
Fabio Chiarodio, assieme alla famiglia, dopo il trionfo con gli azzurrini agli Europei Under 19

C’è un ragazzo di Cinto, nato a Oldenburg, in Germania, vent’anni da compiere, che sabato ha segnato il suo primo gol in Bundesliga, con la gloriosa maglia bianconeroverde del Borussia Monchengladbach, nel 4-4 con l’Hoffenheim. Fabio Cristian Chiarodia, difensore di quasi un metro e novanta, ha i genitori di Settimo, frazione di Cinto. È figlio di Ivo Chiarodia e Silvana Mucignat.

Cresciuto nelle giovanili del Werder Brema, due anni fa ha raggiunto un accordo con il Borussia Monchengladbach, squadra per cui tifa Gianluigi Buffon. Da lì il debutto in Bundesliga, il gol e altro ancora. Il grande talento di Oldenburg, che fa parte della nuova generazione di campioni di Cinto Caomaggiore già prestati al calcio a livello nazionale e internazionale, non sembra avere impegni per inizio giugno. E a una chiamata di Luciano Spalletti potrebbe e vorrebbe rispondere subito affermativamente, in vista del debutto alle qualificazioni Mondiali, in una sfida già decisiva in trasferta, tra un mese esatto, sul campo della Norvegia, sulla carta la rivale più forte degli azzurri, nella corsa alla rassegna iridata del 2026. Sfida da non perdere, perché da due edizioni l’Italia delle quattro stelle non partecipa al Mondiale.

Del talento di Oldenburg, in Bassa Sassonia, si era parlato molto già nel 2023. In quell’occasione, infatti, il difensore faceva parte della Nazionale italiana che, grazie soprattutto al talento del Milan, l’attaccante Camarda, riuscì a vincere gli Europei Under 19 a Malta. Ma non è tutto. Chiarodia ha fatto parte anche della bella nazionale Under 20 che ha ottenuto la qualificazione ai Mondiali di categoria in Cile, dove gli azzurrini vogliono migliorare l’argento dell’edizione precedente, quella in cui gli azzurrini sfiorarono il trionfo trascinati dal talento dell’Udinese Simone Pafundi, fermati solo dalla “garra” dell’Uruguay. Questo significa che, a ogni convocazione in azzurro, nelle giovanili e non solo, Chiarodia ha sempre risposto “presente”, così come quella volta a Roberto Mancini per uno stage. Era il dicembre del 2022 e l’Italia campione d’Europa era reduce dalla scoppola del secondo Mondiale mancato, stavolta per mano della Macedonia del Nord, poi battuta allo spareggio finale dal Portogallo.

Il padre, Ivo Chiarodia, conosce bene la vocazione all’azzurro di suo figlio. «Io non credo risponderebbe mai a una convocazione della nazionale tedesca – assicura il papà -, anche perché sorgerebbero dei problemi di varia natura». I tedeschi disputeranno a breve la Final Four della Nations League, dopo avere eliminato gli azzurri di Spalletti nello sfortunato quarto di finale con gare a Milano (1-2) e a Dortmund (3-3). «Spalletti?», si domanda Ivo Chiarodia, «non credo abbia il numero di mio figlio in agenda. Ma sono convinto lui possa essere disponibile, eccome».

Ivo Chiarodia è molto legato ai parenti di Cinto Caomaggiore, quelli di parte paterna e quelli della mamma, Silvana Mucignat. Fabio Cristian Chiarodia non è certo il primo italo–tedesco a mettersi in luce. Di lui recentemente si ricorda soprattutto Vincenzo Grifo, che ha giocato in azzurro, ma non va dimenticato Giuseppe Gemiti, che all’epoca della militanza nell’Udinese viveva dalle parti di Latisana, a 20 chilometri da Cinto. Più in là nel tempo non si possono certo dimenticare Bruno Labbadia, che poi fu buon allenatore; e soprattutto Maurizio Gaudino. L’attaccante dello Stoccarda, compagno di reparto di Klinsmann, nel 1989 fu protagonista di un caso curiosissimo. Originario di Frattamaggiore, nel napoletano, incrociò proprio il Napoli nella finale di coppa Uefa, all’epoca con la formula di andata e ritorno. Alla vigilia il padre disse di tifare per lui, mentre il fratello e gli altri familiari tifarono spudoratamente per il Napoli. Lui segnò un gol al San Paolo, ma non fu sufficiente e gli azzurri trionfarono poi a Stoccarda (pareggiando per 3-3) di fronte ad almeno 40mila italiani. Gongola il sindaco di Cinto Caomaggiore, Gianluca Falcomer. «Siamo di fronte a un grande talento del calcio e non è la prima volta per Cinto – ha spiegato il primo cittadino -, noi tutti facciamo il tifo per lui. Come abbiamo fatto in occasione degli Europei under 19. E siamo pronti per i mondiali under 20».

Chiarodia ha caratteristiche precise. È un difensore arcigno che non disdegna la proiezione offensiva. La favola di Chiarodia è appena cominciata. Papà Ivo è gelataio dal cuore juventino. Ma il ds Giuntoli ce l’ha il numero di suo figlio? «E che ne so – conclude -, non credo proprio».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia