Riecco Turato, guida i giovanissimi nazionali

Da giocatore ha vissuto il brutto periodo post Zamparini. È nato proprio a Salò: «Scherzo del destino»

MESTRE. A volte ritornano, anche in punta di piedi, passando dal campo alla panchina. Da giocatore ha vissuto il periodo cupo post zampariniano, un biennio tra il 2003 e il 2005 culminato con il primo fallimento, adesso Andrea Turato si ritrova alla guida dei giovanissimi nazionali del Venezia. Quarant’anni il 5 febbraio, bresciano di Salò, Andrea Turato ha giocato per un ventennio tra i professionisti, dal 1992 al 2012, partenza da Brescia e finendo proprio nella FeralpiSalò, indossando anche le maglie di Padova (1996-1998) e Cittadella in due occasioni (2000-2003 e 2007-2009). Al Venezia l’esterno destro difensivo arrivò nell’estate del 2003, quando Franco Dal Cin aveva affidato la squadra ad Angelo Gregucci, collezionando 49 presenze in arancioneroverde con la maglia numero 13. Nell’estate del 2012 è entrato a far parte dello staff tecnico del Bassano come vice di Claudio Rastelli, adesso il ritorno al Venezia. «Si è liberato un posto e mi hanno chiamato», ha spiegato Andrea Turato, «per me è una grande occasione e l’ho subito afferrata al volo. Stavo collaborando con la Primavera del Padova, una collaborazione di due-tre volte alla settimana, adesso sono qua con grande entusiasmo». I giovanissimi nazionali hanno chiuso il girone d’andata al nono posto con 12 punti in 12 partite. «Non è un campionato facile, ci sono società che da sempre lavorano bene con il settore giovanile, vedi Vicenza, Chievo, Udinese. Ho trovato un bel gruppo, i ragazzi si applicano, hanno entusiasmo e gran voglia di fare. Rispetto alla prima squadra, è un lavoro completamente diverso, le esigenze dei quattordicenni sono diverse e ogni giorno è una scoperta anche per me. Al di là dei risultati, ci preme soprattutto la crescita dei ragazzi come persone». Dalla gestione Dal Cin alla proprietà russa, a distanza di dieci anni Turato ha trovato scenari nuovi al Venezia. «Se i risultati del mio biennio da giocatore non sono stati esaltanti, i ricordi belli di quel periodo surclassano le amarezze. Ho trovato tanti amici, che conservo ancora, noi giocatori facevamo il possibile per non essere condizionati dalle vicende societarie, logico che quando c’è una solidità della società tutto è più facile. Domenica arriva la FeralpiSalò. «Eh, bello scherzo del destino, buona squadra, che gioca bene a calcio. Sarà una bella partita». (m.c.)

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia