Recoba: «A Venezia sei mesi da Pallone d’Oro»

Calcio & nostalgia. El Chino ricorda il periodo in laguna in una lunga intervista a Sky Sport

VENEZIA. «Se quei sei mesi che ho giocato a Venezia li avessi fatti con la maglia dell’Inter, avrei preso il Pallone d’Oro». Parole di Alvaro Recoba. Parole che fanno sobbalzare il tifoso veneziano, prima di essere colto da un attacco di nostalgia calcistica acuta. In questi giorni su Sky Sport sta andando in onda - frequenti le repliche - una lunga chiacchierata con il campione uruguaiano, per la serie “I signori del calcio”. Recoba racconta la sua avventura italiana. Un Recoba in buona forma, anche un po’ dimagrito rispetto alle ultime apparizioni italiane. I dentoni, il sorriso furbo, lo sguardo che cerca e trova ricordi di un bel periodo trascorso in Italia. L’Inter, sì l’Inter, ma anche il Venezia. «Magari all’Inter ci fosse stata la calma, la possibilità di vivere serenamente come a Venezia. In laguna sono stato benissimo, non c’erano campioni ma un gruppo forte, una squadra nel vero senso della parola» è il concetto espresso dal Chino, «e soprattutto si poteva giocare senza pressione addosso. Quei sei mesi sono stato fantastici, il Venezia fece una rimonta incredibile e arrivò a salvarsi addirittura in anticipo». Già, in anticipo, alla penultima giornata di campionato, sbattendo tre palloni nella porta dell’Inter, quel giorno difesa da Frey. Recoba racconta e intanto scorrono le immagini: il campanile di San Marco, le gondole, Riva degli Schiavoni e gol, tanti gol. Quella punizione che Toldo manco vede partire, figurarsi arrivare, e che spiana la strada al poker rifilato alla Fiorentina, in una domenica di esaltazione collettiva al Penzo. «Abbiamo fatto grandi risultati con il Venezia» ricorda Recoba, «abbiamo battuto Inter, Roma, Fiorentina, Udinese, varie altre, abbiamo pareggiato con la Juve, quel girone di ritorno è stato trionfale. Diciamo che mi è servito per far capire realmente cosa potevo fare, e Moratti mi ha rivoluto all’Inter». Della sua avventura italiana Recoba non cita compagni arancioneverdi, forse proprio per non far torto a questo o quello. Lui che comunque più di tutti aveva legato con Ciccio Pedone, compagno di reparto e anche vicino di casa. «il giocatore più forte che ho conosciuto è stato Ronaldo» dice, e l’autore del servizio prontamente ricorda che proprio nel giorno dell’esordio di Ronaldo in Italia fu Recoba ad attirare la luce dei riflettori: era il 31 agosto 1997, Inter-Brescia a San Siro, la prima del Fenomeno, Hubner che segna e fa tremare il popolo interista, poi entra Recoba e segna prima con un siluro da 50 metro e poi con una magica punizione. Bastava la lampadina del Chino per accendere le luci a San Siro.

Carlo Cruccu

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