Pietro, dieci anni dopo «Ho continuato a vivere»

DOLO. «In questi dieci anni ho continuato a vivere». Pietro Martire parla a dieci anni dall’incidente. Quel maledetto 10 aprile 2004 quando, allora 25enne valente calciatore della Camponogarese, rimase vittima di un infortunio che l’ha costretto in sedia a rotelle. La settimana scorsa era l'anniversario di quel drammatico evento, attorno alle ore 12.30 Pietro ha scritto quasi di getto un post su Facebook. «Ho rivissuto i momenti che anticipavano la partita» racconta Pietro, «svegliarsi presto, fare una buona colazione, arrivare in anticipo allo stadio e controllare il campo, e la voglia di fare gol. Tutto questo mi manca tanto, non ricordo più cosa voglia dire camminare, quanto mi piacerebbe farlo, quanto mi piacerebbe ancora fare gol e andare sotto la tribuna. Ma sorrido guardando la locandina che riporta la notizia, e sotto cita: "fanno l'amore sulla panchina", ecco prendo la parola amore per ringraziare e non smetterò mai di farlo, mia moglie Paola e le nostre famiglie che è grazie a loro se oggi sono Pietro Martire». Il post ha ottenuto oltre 700 “mi piace”, quasi 200 commenti e numerose condivisioni. «Mi hanno scritto amici e molte persone che non conosco, mi ha fatto molto piacere. I commenti mi hanno dato la forza per andare avanti altri dieci ann». Oltre a questi, la telefonata di Franco Ferrari, ex presidente della Camponogarese. «Mi ha confessato che è un ricordo molto triste per lui. Franco è stato un grande presidente, gli ho detto che se avessi potuto fare un gol dopo 10 anni lo avrei fatto con la maglia della Camponogarese». Al tempo Pietro abitava vicino allo storico stadio di via Jachia, “casa” del Calcio Dolo. «Un amico mi ha scritto che quel giorno sono passato in auto davanti allo stadio e ho salutato i giocatori del Dolo» commenta Martire, «sono stato sempre legato a quella società, in cui ho cominciato a giocare. L’unico rammarico è non essere diventato una “bandiera” come Alessandro Majoni».
Pietro Martire comunque oggi é una "bandiera" per la sua attività di promozione dei diritti delle persone con disabilità, obiettivo per cui ha anche fondato l’associazione “Oltre il muro”, promotrice di numerosi progetti. «Abbiamo creato “Vuoi il mio parcheggio, vuoi anche il mio handicap”, campagna di educazione sui parcheggi riservati ai disabili, e partecipato ad un progetto di abbattimento delle barriere architettoniche in una scuola di Fiesso ed a “Jesolo Spiaggia Etica”. Organizziamo inoltre il torneo di calcio “Insieme con Pietro”, che quest’anno raccoglierà fondi per aiutare un giovane di Camponogara ad acquistare una carrozzina paralimpica per provare a qualificarsi per le Paralimpiadi di Rio. Adesso stiamo promuovendo le uova pasquali legate al progetto “Vuoi il mio parcheggio, vuoi anche il mio handicap” e poi parteciperemo alla Family Can, in programma durante la manifestazione “Dolo&Dogs”».
Pietro Martire, testimonial tra l'altro alla Family Run, non ha mai smesso di praticare sport: maratone, sci, paracadutismo, calcio a cinque in qualità di allenatore e tra poco anche sub. Non mancano altri sogni nel cassetto. «Sicuramente finire la casa che stiamo costruendo io e mia moglie» conclude l’ex calciatore, «poi vorrei proseguire nelle attività che già sto promuovendo, magari portandole in altre scuole del territorio».
Giacomo Piran
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