Per il Venezia semaforo giallorosso E il Benevento merita i tre i punti

VENEZIA
Fin dalla vigilia si sapeva che poteva essere dura, e puntualmente lo è stata. Il Benevento ha organico e ambizioni da rapido ritorno in Serie A, e ieri sera lo ha mostrato ampiamente al Penzo. Due reti nel solo primo tempo hanno messo in chiaro subito le cose, anche se alla fine la partita è finita 3-2 per i campani. Bucchi ha scelto un 4-3-3 molto aggressivo fatto di pressing con gli attaccanti, grande mobilità, gioco di prima e soprattutto idee e capacità di concretizzarle. Vecchi come al solito si è trovato alle prese con una squadra che di cuore ne ha da vendere, ma che alla voce “attaccanti” è troppo leggera e zeppa di infortuni. Se nel corso dei primi 45’ il più pericoloso è stato Bentivoglio, che è un centrocampista, e oltretutto su punizione, qualcosa vorrà pur dire. Bravi Di Mariano e Falzerano sulle fasce, ma poi bisogna anche buttarla dentro, e a quel punto il Venezia si perde, mentre almeno il Benevento dal limite ci prova. Appena i giocatori giallorossi inquadrano la porta tirano, e prima o poi il pallone va dentro. Ne sa qualcosa il malcapitato Lezzerini. Nonostante questo la partita non è stata noiosa, una mezza sagra del gol ma con i campani sempre in controllo. Il Benevento ha impiegato 10’ a prendere le misure al Venezia, poi Coda si è subito fatto sentire dalla difesa arancioneroverde. Modolo & compagni hanno chiuso i varchi possibili, ma da qualche parte Bandinelli lo spazio lo ha trovato. Sue due invenzioni al 26’ e 45’ hanno chiuso il primo tempo. Bella la prima conclusione di piatto a incrociare in area, mentre sulla seconda il tiro da oltre 20 metri ha preso il palo interno alla sinistra di Lezzerini ed è entrato sul lato opposto. I giocatori di Bucchi hanno dato soprattutto la sensazione di riuscirsi a trovare sempre e comunque anche a occhi chiusi, e soprattutto in velocità. Qui il Venezia ha faticato a chiudersi in tempo. Bentivoglio ha trovato Puggioni a dirgli di no due volte su punizione, e chi non segna ha sempre torto, così come al 30’ il Venezia nel chiedere il rigore sul tiro di Bruscagin intercettato da Tello in area. Le immagini non mentono, e l’impatto è stato sul petto del difensore giallorosso. La ripresa? Venezia subito aggressivo e a segno al 4’: la dimostrazione che le capacità tecniche ci sono. Il tacco di Di Mariano smarca Garofalo, cross, miracolo di Puggioni su Pinato e Gejio può esultare. Una situazione del genere è ideale per tentare il recupero, invece neppure tre giri di lancette sull’orologio e ancora lui, Bandinelli, sfugge a Bruscagin e crossa per Tello che insacca di precisione. Il Venezia è tutto nella rabbia di Pinato che al 19’ esce zoppicando e lasciando il posto a Citro. Pochi secondi e Di Mariano entra in area di forza e va giù. Rigore e trasformazione di Citro per il 2-3. La partita diventa ruvida ma non c’è tempo per sbadigliare. Spazio all’adrenalina e all’agonismo, il Venezia prova un 4-3-3 con Di Mariano che si alza anche a fare il quarto di attacco. Poi Zigoni entra per Andelkovic. Marsura si mangia il 3-3 in pieno recupero e addio pareggio. Sui distinti non sventolano le classiche quattro bandiere. Tra pirati suonerebbe come una resa, ma non tutto quello che si è visto ieri nel Venezia è da buttare. Grinta e cuore però non bastano, o forse con lo Spezia, perché già Padova e Benevento hanno mostrato svariate lacune nella squadra. Bisogna capire se cambierà il vento per non far brutti pensieri, intanto altri tre punti sono volati via. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia