Novellino scommette sul nuovo Venezia «Zanetti è mio allievo, e ho fiducia in Forte»

Il mister della A fa le carte agli arancioneroverdi: «La proprietà crede ciecamente in lui, ora servono innesti di qualità»
Michele Contessa
PIACENZA-VENEZIA 0-1 FOTO GUATELLI/NEW PRESS
PIACENZA-VENEZIA 0-1 FOTO GUATELLI/NEW PRESS

/ VENEZIA

Paolo Zanetti come Walter Novellino, primo anno al Venezia e immediata promozione in Serie A, poi entrambi esordienti nel massimo campionato. L’attuale tecnico arancioneroverde si presenterà nell’Olimpo del calcio italiano a 38 anni e otto mesi, l’ex funambolo del Milan ci arrivò a 45 anni e tre mesi, centrando l’obiettivo della salvezza. Novellino, che da pochi giorni ha firmato con la Juve Stabia in Serie C, l’ex squadra di Forte e Di Mariano («Avevo una voglia pazzesca di ritornare ad allenare, ricomincio il 15 luglio»), conosce molto bene Zanetti, suo giocatore al Torino, e arriva lo sprone alla vigilia della partenza per il ritiro a San Vito di Cadore.

Che consigli per il suo allievo al Toro?

«Sul piano tecnico-tattico nessuno, Paolo è uno degli allenatori emergenti del calcio italiano, saprà disimpegnarsi benissimo anche in Serie A. L’unico consiglio che posso dargli è di essere sempre se stesso, portare avanti le sue idee. Deve mettere in conto che arriveranno i momenti difficili, ma ha la fortuna di poter contare sull’appoggio incondizionato di Poggi e Collauto. Saranno fondamentali per superare gli ostacoli, le fasi complicate della stagione perché la Serie A non perdona. Io ho dovuto fare i conti con Zamparini».

Il Venezia ha blindato Zanetti con un contratto quadriennale: un bel segnale?

«Straordinario, in contro tendenza. Vuol dire che la proprietà americana crede ciecamente in lui, ha fiducia nelle sue idee e nel suo sistema di gioco».

Squadra che vince non si ritocca molto?

«Il Venezia fa bene a non rivoluzionare l’organico che ha conquistato la Serie A, non bisogna essere sentimentali, ma sempre grati a chi ha realizzato un’impresa storica. Serve però qualità nel massimo campionato, almeno un giocatore di qualità per reparto deve arrivare. Quell’anno vennero inseriti Taibi in porta, Volpi in mezzo al campo e Maniero, che all’inizio faticò, ma per colpa mia, gli chiesi cose per le quali servivano tempo, poi fu fondamentale. Recoba ci cambiò la stagione, ma arrivò a gennaio, inoltre al centro della difesa c’era già Luppi».

Il Venezia ha finora inserito quattro giocatori, tutti stranieri.

«Se sono bravi, non importa se arrivano dall’estero. Credo che il Venezia abbia realizzato un’ottima copertura nei vari campionati nazionali, c’è un analista dei dati statistici. Io appartengo a un’altra generazione, ma è fondamentale avere persone competenti che scandagliano tutti i campionati».

Venezia che può peccare in esperienza in Serie A?

«L’esperienza la maturi in ogni campionato, ci sono giocatori che hanno tante partite alle spalle almeno in Serie B, devono alzare la qualità delle giocate, ma un elemento come Molinaro sarà fondamentale in campo, nello spogliatoio e fuori dal campo. Poi vedo che sono rimasti in tanti della passata stagione, questo sarà un bel punto di partenza».

Servirà un attaccante da 10-15 gol?

«Se il Venezia riesce a rinforzare il reparto offensivo, bene, perché la mia squadra faticò nel girone d’andata a vincere le partite perché non arrivavano i gol. Io ho però grande fiducia in Forte, saprà farsi valere anche in Serie A. Sono due anni che segna con continuità, potrà ripetersi».

Quanto sarà fondamentale giocare al Penzo?

«Il Venezia deve fare in modo di non saltare nemmeno una partita a Sant’Elena, giocare a Ferrara non sarebbe lo stesso. Per il mio Venezia, il Penzo fu determinante per centrare la salvezza, eravamo tanti “pirati” pronti a respingere qualsiasi assalto dall’esterno. Ci provarono in tanti a farci la festa, ma quasi tutti ritornarono a casa delusi, finimmo la stagione con tanti “scalpi” eccellenti nella cintura».

Il Venezia si salverà?

«Sì, sono molto fiducioso in Paolo e nella sua squadra». —

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia