Miressi vince i 100 e si svela «In questi anni sono cambiato»
il personaggio
Questa è la storia di un gigante che a lungo ha cercato di non farsi vedere. Alessandro Miressi, due metri di talento e timidezza, anni a cercare di trovare il punto di equilibrio tra la consapevolezza e il fastidio di stare in bella vista: ieri è uscito prepotentemente allo scoperto.
Oro nei 100 stile libero ai Mondiali di Abu Dhabi in vasca corta, l’ennesimo titolo inedito che arriva a casa Italia in questo anno incredibile. Magnini ha vinto due volte nella vasca da 50 metri, più nobile certo, ma nemmeno nel periodo del suo splendore si è preso questo titolo.
Ora Miressi riempie la casella e la occupa tutta, finalmente capace di gestire la sua stazza e le sue ambizioni, cresciuto, alla sua altezza. Vince con il primato italiano già corretto in semifinale e poi riabbassato di un altro centesimo a 45’’57, vince e poi si rituffa per la 4x100 mista da cui esce con un altro oro, il terzo della spedizione iniziata con il successo (altra prima vota) della 4x50.
E c’è pure l’argento nella 4x100. Miressi ha iniziato il 2021 con una faccia e lo finisce con un altra. Nelle infinite ore passate ad allenarsi nella piscina di Torino ha smaltito una delusione olimpica che è montata nel tempo.
Ai Giochi sentiva di aver perfezionato i gesti, esaltato la potenza, era pronto, per il lavoro, per i 23 anni che gli consentono l’esperienza e l’energia, per la voglia, ma qualcosa si è inceppato. Non è andata male, argento e bronzo in staffetta, ma non è andata come voleva e quella frustrazione è diventata un confronto quotidiano. L’ha sfidata, l’ha demolita, si vede nei tempi, nella bracciata e negli sguardi. Non cerca di defilarsi, non si può mentre suona l’inno italiano e non ha senso in una nazionale che fa continui progressi, in un gruppo ultra competitivo. Le bette, i ragazzi delle gare a squadre si definiscono così nell’hashtag che accompagna i loro risultati, pesci combattenti ed è anche il ritratto di Miressi.
«Devo riprendermi un attimo perché sono abbastanza iperattivo ora», fuori dall’acqua, tra una gara e l’altra, si scrolla di dosso le emozioni, ma alla fine, per la prima volta le sente e le svela senza più remore: «Io sono fatto così, poi mi sciolgo. Ho bisogno di tempo. Negli ultimi anni tante cose sono cambiate, io sono diverso e pure chi mi sta intorno, questo è un gruppo eccezionale». Gli piace stare lì in mezzo, nome di una generazione allenata ai podi, però a questo punto ha capito di non avere più bisogno di confondersi in mezzo agli altri.
Nel nuoto azzurro non mancano i leader, ma mancava lui, anzi qualcosa di lui, che pure macina risultati da tanto ma poi, all’improvviso sembra abbassare la testa proprio quanto è più evidente ed è complicato non svettare se sei alto 2 metri e 2 centimetri. Lo scompenso ha causato piccole vertigini, ha mancato degli assoli e i cronometro da ricordare sono arrivati arriva quando non c’è troppa gente a guardare. Prima di questa gara siluro, da pesce Betta, colorato e protagonista e oro nei 100 ai Mondiali. La vasca è ancora corta, ma questa primavera si allarga e lui non ha più intenzione di nascondersi. —
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