La Reyer punta ad avere un team satellite in A/2

Il club prescelto è il San Giobbe Chiusi che punta alla promozione in Serie B. L’obiettivo è giocare a Firenze o Chianciano

MESTRE. Un club satellite dove far gocare i propri giovani, seguendo la strada aperta dalla Dinamo Sassari: è il progetto della Reyer in Toscana. Il club isolano, dopo aver puntato per un biennio su Cagliari in Serie A/2, la scorsa estate è sbarcato nella penisola, a Torino. Il fulcro degli interessi della Reyer è invece la Toscana con il San Giobbe Chiusi, società giovane della Val di Chiana, entrato a far parte del Progetto Reyer nell’estate del 2018 partecipando inizialmente al campionato di Promozione toscano, vinto battendo in finale Reggello, con conseguente salto in Serie D.

Poi in estate, il salto doppio con l’acquisizione dei diritti di Lucca della Serie C Gold. Adesso il San Giobbe Chiusi punta alla Serie B sul campo e guida il girone toscano, la presenza in Serie C Gold sarebbe solo il primo passo di un progetto più articolato che intanto ha portato nel roster del San Giobbe Chiusi, che sulle maglie biancorosse porta il logo di un toro, due giocatori usciti dal settore giovanile orogranata: Martino Criconia e Nicholas Groppi.

La scelta di Chiusi non è casuale essendo il luogo di nascita di Stefania Moretti, la First Lady di Ca’ Farsetti, e dove nel 2014 è nata l’azienda agricola San Giobbe, che fa parte della galassia Umana, puntando soprattutto sull’allevamento e la produzione della carne Chianina.

Un nome non casuale visto che a San Giobbe, nel sestiere di Cannaregio, a metà del XIX secolo era stato costruito il macello comunale che fu operativo dal 1843 al 1972. Il San Giobbe Chiusi è stata la trentunesima società a far parte del Progetto Reyer, salito adesso a 39 club aderenti, ed è il trampolino di un progetto di ambizioso. Intanto i biancorossi proveranno a conquistare la Serie B sul campo, ma l’obiettivo di salire nel tempo in Serie A/2, diventando la base ideale per far crescere i giovani più interessanti del settore giovanile orogranata, senza mandarli in altri club, come è accaduto nelle ultime stagioni con Totè, Antelli, Miaschi, Simioni, Ambrosin o Visconti. Anche la scorsa estate il San Giobbe Chiusi aveva cercato un club di Serie B, partendo invece dalla Serie C Gold.

«Due anni fa questa società nemmeno esisteva”, ha spiegato Federico Casarin, presidente della Reyer Venezia, «il nostro progetto è chiaro: avere un club dove poter far giocare i giovani che escono dal nostro settore giovanile, senza mandarli in prestito. Deve essere una crescita graduale, non avventata, intanto da neopromosso, il San Giobbe Chiusi punta a disputare i playoff. Se arrivasse la promozione in Serie B, tanto meglio. Si punta a fare i passi giusti, guardare troppo in alto adesso è prematuro, anche perché una società che vuole crescere deve avere anche una strutturale dirigenziale di alto livello e il San Giobbe Chiusi due anni fa nemmeno esisteva».

E salendo, il club biancorosso potrebbe anche optare per una sede con un impianto più ampio, come il Nelson Mandela di Firenze o il nuovo palasport di Chianciano Terme, che ha ospitato l’ultimo Opening Day femminile, rimanendo dentro i confini della Toscana. —

Michele Contessa

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia