«La bomba di Bramos in gara-5 un vero tiro... alla Praja»

MESTRE . Reyer campione d’Italia, con la benedizione di Drazen Dalipagic. Un mito in laguna, idolo dei tifosi della Reyer, l’alter ego di Spencer Haywood nella Carrera d’oro di Roberto Carrain, il...
CRUCCU MESTRE: REYER.....
CRUCCU MESTRE: REYER.....
MESTRE . Reyer campione d’Italia, con la benedizione di Drazen Dalipagic. Un mito in laguna, idolo dei tifosi della Reyer, l’alter ego di Spencer Haywood nella Carrera d’oro di Roberto Carrain, il mattatore nel 1987 con i 70 punti rifilati alla Virtus Bologna di Sandro Gamba. «Martedì ero tranquillo, ero saltato sulla sedia due giorni prima, alla tripla di Michael Bramos in gara-5». Dalipagic è ritornato all’Arsenale tre anni fa per presenziare a una tappa della Reyer School Cup, nel marzo del 2012 Brugnaro gli consegnò una maglia personalizzata con il numero 15 in occasione della sua nomina a “ambasciatore” della Reyer nei Paesi dell’Est europeo, in particolare in Serbia. «Non mi sono perso una partita dei playoff della Reyer» spiega il 65enne fuoriclasse di Mostar, «le ho viste tutte da casa mia. Venezia ha vinto lo scudetto domenica, quella tripla di Bramos è stata fondamentale per accrescere in maniera esponenziale la consapevolezza negli uomini di De Raffaele. Ero sicuro che la Reyer avrebbe vinto gara-6 a Trento». Il greco-americano dal tiro spacca retine. «Sì, domenica ha scagliato un tiro alla Praja...». Dalipagic era decisamente più realizzatore di Bramos, che a sua volta è molto più difensore della guardia serba. «Sono felicissimo di questo trionfo della Reyer. Anche da lontano ho sempre seguito i risultati di Venezia, una città e una tifoseria che rimarranno per sempre nel mio cuore» ha aggiunto Dalipagic, «sono felice perché so i sacrifici e gli sforzi compiuti in questi anni da Brugnaro e Casarin. Ho spedito un messaggio di congratulazioni al presidente pochi secondi dopo la sirena finale. È uno scudetto conquistato programmando anno dopo anno, una crescita costante, inserendo due-tre giocatori di alti livello ogni stagione, fino ad arrivare al gruppo attuale. È un peccato che in Italia, adesso, ci siano così tanti stranieri. Non è come ai miei tempi, si fa fatica a star dietro a tutti gli arrivi. Anche nella Reyer ci sono giocatori che conosco veramente poco. Mi piace però Stefano Tonut, il figlio di Alberto, è un ragazzo con gran talento, che farà molto bene in carriera, non solo nella sua squadra di club, ma anche in Nazionale». Detto da Dalipagic, è una bella investitura per la guardia triestina.
(m. c.)


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