Il volley piange il recordman Pasinato eroe gentile dell’Italia dei fenomeni

Il campione padovano stroncato da un tumore a 52 anni 

addio “paso”

«Ciao Paso». Lo ha ricordato con queste parole la Pallavolo Padova, la società in cui si era imposto da giocatore e in cui allenava nel vivaio. Michele Pasinato non c’è più. 52 anni compiuti lo scorso 13 marzo, se ne è andato ieri mattina, portato via da un tumore contro cui combatteva da cinque mesi. Non è riuscito a schiacciarlo, lui che invece i palloni, da opposto, era abituato a prenderli a martellate, tanto da diventare il recordman nella regular season della serie A, con 7.031 punti in 280 partite, unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi pallavolisti italiani di tutti i tempi. «Sono stanco», aveva detto mercoledì sera alla moglie Silvia e ai figli Edoardo e Giorgio dal suo letto di ospedale, a Padova, dove era ricoverato . Quasi un triste presagio di quello che sarebbe accaduto poche ore dopo. «Se ne è andato un amico, un padre premuroso, un apprezzato coach del settore giovanile», lo ricorda la società.

Nella vita extra sportiva era impiegato per un’agenzia assicurativa. Da atleta era stato uno degli uomini simbolo della “Generazione di fenomeni” del nostro volley, quelli che, guidati da Velasco, avevano fatto appassionare il Belpaese. Non a caso alcuni dei messaggi più sentiti arrivano proprio dai compagni di allora. Marco Meoni, padovano come lui, da Houston: «Mi tengo nel cuore l’ultima telefonata, ero riuscito a farlo ridere». In Nazionale aveva davanti un mostro sacro come Andrea Zorzi, eppure ha vinto anche il mondiale del ’98. Proprio “Zorro” racconta di essere «rimasto devastato dalla notizia della morte del “Paso”. Era una persona semplice, magari schiva, ma di un’umanità eccezionale». L’aneddoto di Pasquale Gravina: «Un grande uomo. Per un periodo ho diviso la camera con lui, l’ho conosciuto bene, anche la sua mania di pretendere la stanza impermeabile alla luce (metteva il nastro sulla lucina rossa della tv!)».

Andrea Giani, che ha postato una foto di loro due che alzano una coppa e il messaggio «ciao amico mio», e Lorenzo Bernardi, che ha scritto «la vita in certi momenti è veramente crudele». Fefé De Giorgi ricorda che «era stato ribattezzato “Sgrunk”, per quel suo atteggiamento un po’ da orso che nascondeva una grande sensibilità». E Paolo Tofoli, che si rivolge direttamente a lui: «Ci hai lasciato troppo presto amico mio». —





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