Il primo mezzo secolo di Dielleffe in laguna la fabbrica dei campioni che guarda al futuro

VENEZIA.
A Venezia la scherma fa rima con Dielleffe, storico club nato nel 1970 e che in questi giorni celebra il mezzo secolo di attività.
Dal teatro del Dopolavoro ferroviario al palasport Costantino Reyer ne è passato di tempo, cinque decenni in cui sono emerse capacità organizzative e magistrali, volti che hanno contrassegnato un’epoca nella scherma lagunare, specie nel fioretto, e la tradizione di 37 edizioni del Trofeo Città di Venezia, prova del Gran Prix Fie maschile, persa da poco per la mancanza di impiantiadeguati.
«Dispiace, in un anno così anomalo, non poter festeggiare nel modo miglior»” , ammette Sandro Mimmo, presidente dal 2001, «Sappiamo quando dispiaccia alla Fis, e alle federazioni straniere, non poter più venire a Venezia per la tappa di Coppa del Mondo, ma speriamo di riportare gare di alto livello a Venezia».
L’esperienza del Dielleffe è particolare. «Già il fatto che a Venezia esista un gruppo così è eccezionale», spiega Mimmo, «che per 50 anni ha visto tanti ragazzi passare per le nostre pedane, che hanno vinto molto e ci hanno fatto conoscere come una società seria e capace. Stiamo lavorando ancora oggi con i giovanissimi per far emergere talenti. Abbiamo una sessantina di allievi nelle varie categorie, e per il centro storico è molto davvero».
La gestione al Dielleffe ha visto sempre protagonisti i genitori degli allievi creando un vero senso di famiglia. Una storia che si divide in due fasi. «La prima - dice Mimmo - dal 1970 al 1994, dove nasce il gruppo sportivo del Dopolavoro ferroviario, con presidente Antonio Caputo e con un ruolo prezioso da parte dell’olimpionico di canottaggio Gino Sopracordevole. Subito emerge la figura dello storico segretario Mario Venturini e arriva il maestro Dante Galante. Nel 1977, grazie a Venturini, si organizza la prima prova di Coppa del Mondo, e nel 1984 Galante lasciò a Rocco Lamastra, allievo del grande Livio Di Rosa».
Tempi di campioni come Alessia Tognolli, Luca De Antonia, Frida Scarpa, Matteo Zennaro, Andrea Bonometto, Maddalena Tagliapietra e pure Dorina Vaccaroni. E tra i maestri Michele Venturini.
«Poi c’è la seconda fase», conclude Sandro Mimmo, «quando dal 1994 il Dielleffe si rende autonomo e poi con il tempo si sposta al Costantino Reyer. Oggi Lamastra è affiancato da Giorgia Galesso, giovani validi sono cresciuti ed emersi come Pietro Velluti, Ilaria Buricelli e Vittoria Candiani. E di recente la giovanissima Greta Collini ha ricevuto la sua prima convocazione al raduno degli Azzurrini di fioretto. A novembre sarà tempo di elezioni, per noi. Non so ancora se mi ricandiderò, di sicuro devo elogiare e ringraziare tutti coloro che hanno condiviso il lavoro per far crescere questa società. In una città che ha ormai perso quasi tutte le sue grandi manifestazioni internazionali sportive, il sogno è quello di poter riportare in laguna la Coppa del Mondo di fioretto, pur sapendo che non sarà facile» . —
Simone Bianchi
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