Venezia Calcio, Ballarin: «Per la salvezza tutto ancora aperto»
L’ex difensore dei lagunari vede molto equilibrio nella corsa alla permanenza in A: «Gli uomini di Eusebio Di Francesco sembrano averne di più rispetto a Lecce ed Empoli»

Fabiano Ballarin ha scritto pagine importanti con la maglia del Venezia. A 20 anni arriva in laguna dove disputa 5 partite in Serie B. Nel 1993 approda al Chievo dove gioca stabilmente. Nel 1994 fa ritorno a Venezia e diviene ben presto un punto fermo della difesa. Dopo quattro campionati in cadetteria, conquista la promozione nella massima serie che mancava agli arancioneroverdi da ben 33 anni. Oltre 100 gettoni con i Leoni: un gol in A alla Roma di Zeman e uno in Coppa Italia a Parma, in porta c’era Buffon. Ballarin è rimasto molto legato a tutta la piazza e spesso è al Penzo per seguire il “suo” Venezia.
Come vede la corsa salvezza del Venezia?
«Sono talmente attaccato ai colori arancioneroverdi che questa mattina ho scritto una sorta di tabella, guardando il calendario del Venezia e delle sue due avversarie Lecce ed Empoli, e cosa bisogna fare oltre quanti punti servono per salvarsi. Non abbiamo un calendario semplice, l’Empoli ha quello più facile. La costante è il Torino che sarà nostro avversario, ma anche del Lecce alla penultima. Conoscendo Paolo Vanoli, nella prossima partita, non ci lascerà nulla purtroppo (ride, ndr). In sostanza almeno una di queste ultime quattro gare che mancano dobbiamo vincerla. Le avversarie stanno andando piano anche se non mi aspettavo il pareggio del Lecce a Bergamo con l’Atalanta. Niente è scritto in questo finale».
Come le è sembrata la partita col Milan?
«Ho visto tante volte il Venezia, contro il Milan ero allo stadio Penzo e conosco limiti e pregi della squadra di Di Francesco. Il Venezia senza dubbio avrebbe meritato il pareggio. Il fallo in area di rigore di Pavlovic su Yeboah mi pareva evidente. In questo ultimo periodo la squadra, rispetto a Lecce ed Empoli che sono calate, ha trovato una quadratura tattica, più sicurezza, una certa continuità e soprattutto dietro non è mai andata sotto con nessun avversario. Sicuramente il fatto di non avere un attaccante realizzatore ha inciso in modo negativo. Pohjanpalo, la passata stagione, è stato determinate, ma in B aveva la possibilità di giocare tanti palloni. In Serie A è diverso: paradossalmente, anche se gioca poco, Gytkjaer è più adatto perché è più vario nel gioco».
C’è un giocatore del Venezia che le piace più di altri?
«Mi ha impressionato la crescita di Nicolussi Caviglia. È migliorato tantissimo, è una macchina da guerra. Non molla mai e non ha paura di nulla anche contro avversari di alto livello. E poi ha un modo di calciare straordinario. Tre mesi fa avrei scommesso a occhi chiusi su Oristanio, ma ha avuto un calo vistoso proprio quando serviva di più».
Adesso il Torino.
«Sicuramente Vanoli caricherà i suoi ragazzi. Il Torino, però, ha ormai poco da dire a questo campionato. Lo so per esperienza quando ti manca un obiettivo qualcosa nella testa dei giocatori cambia e gli stimoli sono diversi. I granata hanno dei buoni giocatori, il Venezia dovrà avere la stessa grande tenacia vista anche domenica con il Milan. Ho visto che Yeboah è cresciuto, potrebbe essere determinante».
Sono passati un po’ di anni ma che ricordi ha degli anni a Venezia?
«Ricordi straordinari e indelebili. Abbiamo ancora una chat di quella squadra di quegli anni, dove tra i compagni c’è Alvaro Recoba, Pippo Maniero e Ale Dal Canto: ci divertiamo ancora tantissimo. Ieri la chat era super attiva per il compleanno di Simon
e Pavan: nonostante siano passati tanti anni siamo rimasti molto legati».Riproduzione riservata © La Nuova Venezia