Gianni Fabiano subito superstar «Grazie Mestre, non ti deluderò»

La firma a metà settimana, subito in campo l’altro ieri: 2-1, un gol e un assist «Ho 35 anni e non mi sento vecchio. Il Baracca mi piace, colorato è bellissimo»

MESTRE. Un gol e un assist per entrare subito nei cuori della tifoseria arancionera. Gianni Fabiano si è presentato così, con la maglia del Mestre, ai tifosi che hanno seguito la squadra domenica a Vigasio. E che gli hanno già perdonato quella rete segnata invece a Mogliano, proprio contro il Mestre, in un derby in cui vestiva la maglia del Venezia. Ma il calcio è così, veloce, più del tempo che passa, e adesso Fabiano diventa un punto di riferimento al Baracca, e lo vuole essere a lungo. «Non voglio rubare il posto a nessuno e neppure lo stipendio» avverte «finché me la sentirò farò il giocatore, ma se mi renderò conto di non farcela, sarò onesto con tutti».

Come sta vivendo questa nuova esperienza?

«Bene. Ho qualche annetto in più rispetto ai ragazzi che sono nella rosa, ma è stata una scelta ponderata. Dopo le difficoltà dell'ultima stagione avevo una gran voglia di tornare a giocare, e ho sfruttato gli ultimi mesi per decidere il mio futuro, se smettere o no».

Un esordio perfetto.

«Questo dimostra che sto bene, anche fisicamente. Dopo il ritiro con i calciatori disoccupati a Coverciano, e l'aver preso il patentino di allenatore, il Mestre mi ha dato la possibilità di allenarmi qui. E si è concretizzata la situazione. Ci siamo venuti incontro. Io volevo giocare e al club serviva un uomo di esperienza in campo».

Altre trattative prima?

«Sì, una sfumata in settembre con la Luparense, che forse non se l'è sentita di scommettere su di me, e alcune per spostarmi al sud. Ho preferito restare in Veneto. Qui si sta bene, la qualità della vita è buona, abito a Treviso dove studia mia figlia e lavora mia moglie»

Però lei ha anche sangue chioggiotto...

«Sì, merito di mia madre. A Sottomarina andavo in spiaggia fin da piccolo, ho sempre amato quella zona e mia moglie adora il pesce che si trova a Chioggia. È eccezionale».

A Venezia cos'è successo?

«Sono finito fuori rosa per scelte tecniche dell'allenatore Zenga, senza aver mai avuto un diverbio. Ed è mancato il rispetto verso di me, come persona. Ma nulla da dire con la società che, anzi, mi ha aiutato dandomi il nulla osta per allenarmi a Sandonà gli ultimi mesi della stagione. Purtroppo nel calcio succede di trovarsi in queste situazioni...».

I ricordi più belli?

«Le tre stagioni precedenti, dalla promozione in LegaPro ai successi con Inzaghi in panchina. Stagioni splendide, vissute benissimo. Un grazie al Venezia lo devo per forza».

E della rivalità Mestre-Venezia, che dice?

«La conosco, ma sono una persona seria e onesta. Ho ricevuto massimo rispetto dai tifosi a Sant'Elena, e spero vada allo stesso modo anche al Baracca. Cercherò di meritarmi sul campo la loro stima. Il Baracca mi piace, vederlo colorato, ancora di più».

Un appello ai tifosi?

«La speranza che in tanti ritornino a seguirci e a dar loro soddisfazioni. Ora sono del Mestre e per il Mestre darò il massimo».

Quanto giocherà ancora?

«Non lo so, è difficile mettere una linea o un traguardo. Ora vado avanticon entusiasmo. Di sicuro non giocherò se non ne sarò in grado».

Il calcio è cambiato?

« Se hai 35 anni è dura. Dopo quindici anni di professionismo, puoi ancora dare qualcosa, ma a 27 sei considerato quasi vecchio. C’è ancora molto da lavorare per trovare la quadra giusta al sistema. Mi auguro che calcio italiano possa rifiorire, non solo nelle categorie maggiori». —

Simone Bianchi

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