Facchin: «Non mi sento terzo portiere del Venezia Deciderà l’allenatore»

Artefice della promozione in B, rientrato dalla Reggiana, ha detto no al Pisa per giocarsi una maglia in laguna

MESTRE

Doveva partire, è rimasto, unico tra i dieci giocatori rientrati a inizio luglio dai prestiti a venire riconfermato dal Venezia. Sia per le sue qualità tecniche e umane sia per l’evolversi del mercato, con Guglielmo Vicario unico superstite del quartetto di portieri della passata stagione (Audero rientrato alla Juventus, Gori ritornato al Benevento e Russo passato alla Casertana). Davide Facchin è uno dei “vecchi” dello spogliatoio arancioneroverde, uno degli artefici della promozione in Serie B e della conquista della Coppa Italia, una Serie B che sognava di centrare anche con la Reggiana. Nelle gerarchie del Venezia il portiere titolare è Vicario con Lezzerini e Facchin alle spalle del numero uno friulano, ma la stagione è lunga e il trentunenne di San Donà di Piave si sente in lizza. «Io sono uno dei tre portieri del Venezia e tale mi sento, poi le scelte le farà il mister e io accetterò qualsiasi sua decisione perché sono un professionista» spiega Davide Facchin, «e come professionista lavorerò tutti i giorni come se dovessi giocare io, anche per farmi trovare pronto in qualsiasi momento». Doveva partita, alla fine è rimasto. «Ci sono state diverse soluzioni in estate, la squadra a cui sono stato più vicino in estate è stato il Pisa, ma poi la trattativa non è sfociata a nulla. Anche perché onestamente non ho mai chiesto con insistenza di andar via. Al Venezia sto bene, ho ritrovato tanti giocatori che erano con me in Lega Pro e quando vinci qualcosa, ti unisci ancora di più, e poi qui mi sento a casa. Mi sento come uno che non era mai andato via. Lo zoccolo duro della Lega Pro è rimasto, la mentalità e la forza del gruppo sono rimaste inalterate. E questo è un altro dei motivo per il quale non ho avuto fretta di andar via».

Davide Facchin non vuol sentir parlare di chioccia di Vicario e Lezzerini, ma ha parole di elogio per i suoi due giovani compagni di reparto. «Sono due giovani di valore e di prospettiva, io sono contento di far parte di una squadra forte». Con la Reggiana è arrivato a un passo dalla Serie B, poi il club emiliano non si è iscritto. «Nell’arco di un mese a Reggio Emilia sono passati dal sogno della B alla mancata iscrizione. Mi dispiace tanto, è una piazza che meritava molto di più anche della Lega Pro, soprattutto il pubblico è di categoria superiore. Mi auguro che Reggio Emilia ritorni presto nel calcio che conta». —

Michele Contessa

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