Daniele Scarpa, missione ok in Kuwait

VENEZIA. Missione nel Golfo per Daniele Scarpa e Andrea Bedin. Cinque giorni a Kuwait City per il campione olimpico di Atlanta 1996 e il presidente veneto della Federcanoa per partecipare al seminario «The rule of the canoe», cinque giorni di full immersion durante i quali si sono alternate lezioni teoriche e lezioni pratiche in lingua inglese. Il calcio è lo sport più conosciuto in Kuwait, nazionale che ha partecipato anche ai Mondiali in Spagna 1982, la canoa sta muovendo i primi passi, il Paese è diventato membro dell’International Canoe Federation solo nel 2010. «In Kuwait siamo proprio all’abc nella canoa – spiega Daniele Scarpa – l’obiettivo è di far crescere qualche giovane magari per le Olimpiadi del 2020, che potrebbero essere ospitate a Doha, una delle città candidate. Ci sono quattro-cinque ragazzi che hanno iniziato a pagaiare, ma non sono nemmeno tanto giovani. Là altri sport la fanno da padrone, come il calcio, il volley o il pugilato. Non esiste una grande cultura sportiva. Ho portato dall’Italia un simulatore per lavorare, non ne avevano mia visto uno, naturalmente alla fine è rimasto in Kuwait». Allenarsi non è semplice per chi vuole praticare una disciplina come la canoa. «Gli allenamenti si posso fare solo in mare aperto – osserva la medaglia d’oro di Atlanta – non esistono fiumi o bacini. Il primo giorno siamo stati costretti a sospendere per una violentissima tempesta di sabbia. Si passa dal caldo infernale del giorno al freddo polare della notte». Un paese con le sue tradizioni, i suoi costumi. «Se da noi ci sono le corse dei cavalli, in Kuwait ho assistito alle corse dei cammelli, con un particolare non da poco, gareggiano senza nessuno in groppa. Come le corse dei cani in Europa. Da sempre, sono abituato a girare il mondo, ma questa insieme a Bedin è stata davvero una bella esperienza». Da buon veneziano, Daniele Scarpa ha lasciato in Kuwait un ricordo. «Ho portato alcune magliette della Bucintoro, la mia società, ci siamo gemellati con il club kuwaitiano. Sono rimasti colpiti dal pensiero che abbiamo avuto, impressionato nel leggere la storia della centenaria società veneziana».(m.c.)
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