Dall’Australia alla Calvi Noale Gazzola, gol senza frontiere

Noale. Un gol che viene da lontano, da molto lontano, dall’altra parte del mondo. Un gol inseguito da Nicola Gazzola da quando, quasi all’improvviso, è arrivato a Noale alla corte di Matteo Vianello, non al massimo della condizione, ma che ricerca nelle prime giornate della stagione senza troppa fortuna, almeno fino alla sfida casalinga contro il Real Martellago alla quarta di campionato. Insomma, nell’ultima partita di campionato Gazzola va a segno e regala alla Calvi il gol della sicurezza, per il 3-1 finale. Gazzola che, come recitano gli almanacchi, arriva dal campionato australiano. Andiamo con ordine. Centrocampista offensivo, classe 1991, costante confidenza con il gol come dimostra la doppia cifra a Monselice in Eccellenza nella stagione 2011-12, oppure nelle ultime stagioni a Mogliano. Ma soprattutto quando ha giocato nel continente australe. Una situazione nata per una combinazione casuale di fattori. «Tutto è successo quattro anni fa, dopo aver vinto l’Eccellenza a Campodarsego» racconta Nicola Gazzola da quest’anno alla Calvi Noale «non avendo avuto notizie dalla società padovana per l'annata successiva di serie D, io e la mia compagna abbiamo deciso di fare un giro all’estero. Dopo una vacanza in Asia, dove ho svolto anche alcuni allenamenti con una squadra vietnamita della V-league (la loro serie A), la voglia di giocare in campo era tanta che così ho deciso dì tentare la fortuna in Australia, dato che la stagione in Vietnam era quasi al termine. Ho iniziato ad allenarmi e giocare con una squadra di quarta divisione, e, avendo fatto bene, è arrivata presto una chiamata prima dalla serie C e la stagione successiva dal Bayswater City, uno tra i club più titolati nella serie B australiana». E qui comincia l’avventura.«È un calcio in pieno stile inglese, molto fisico ed intenso. La loro serie B è simile alle categorie in cui ho giocato in Italia, come Serie D ed Eccellenza, con la differenza che ha una limitazione di soli tre stranieri per squadra. Gli stadi sono piccolini ma circondati da tribune e tutti senza pista. Non essendo sport nazionale non ha molto seguito, ma piano piano si sta espandendo sempre più». Fin qui la sola differenza sembra la latitudine. «Ogni club ha anche la squadra di calcio femminile. E seguendo il modello inglese a fine partita entrambe le squadre si riuniscono nella sala principale dove la società che ha ospitato il match organizza un buffet per tutti giocatori di entrambe le formazioni». Quattro anni e alcune soddisfazioni come nella stagione appena conclusa dove sfiora un traguardo importante (le stagioni in Australia sono opposte alle nostre, quindi, il campionato si apre e si chiude d’estate). «Nella stagione trascorsa ho giocato con il Fremantle City Fc in serie C, chiudendo il campionato in seconda posizione e mettendo a segno 13 reti in 16 presenze. Una stagione positiva anche se l’obiettivo era la promozione in serie B, che però spetta solamente alla prima classificata». Ma poi ha vinto il richiamo dell’aria di casa. —
Alessandro Torre
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