Coward: «La seguirò in tivù Sono sincero, preferisco il rugby»

VENEZIA. A Venezia è la personalità pubblica più importante. Anche se la sede consolare, con l’ultimo indirizzo in piazzale Donatori di Sangue 2, è chiusa ufficialmente da ottobre 2011, Ivor Neil Coward, console onorario, è il punto di riferimento nella città lagunare per tutti i connazionali del Regno Unito. Che a risiedere a Venezia, secondo l’ultimo censimento conosciuto del 31 dicembre 2010, erano oltre 200, con più donne che uomini e oggi circa 400. Senza poi contare il numero dei turisti del Regno Unito che visitano ogni anno Venezia. D’altronde la Corona inglese non ha nessuna intenzione di abbandonare le relazioni con Venezia, che durano da molti secoli e tra rapporti commerciali, studenti, e cittadini di Sua Maestà che hanno deciso di trasferirsi da noi, l’attività istituzionale di Coward non conosce tregua. Al punto che la sfida contro l’Italia, valevole per il primo appuntamento mondiale in Brasile, è passata in secondo piano nell’agenda consolare. «Adesso però che mi avete ricordato della partita, non posso perdere questo incontro, che magari vedrò con alcuni amici italiani». Anche se per Coward il football non è lo sport più rilevante. «Seguo soprattutto il rugby, e queste sono due discipline importanti. Il rugby è uno sport nobile praticato da gentiluomini, il football è uno sport da gentiluomini giocato dal popolo. Ma ciò che contraddistingue le due attività è il post partita. Se nel calcio le squadre, soprattutto le inglesi, sono sempre state seguite da tifosi a volte anche troppo facinorosi (il ricordo degli hooligans pre thatcheriani fa sempre breccia, ndr), nel rugby prevale il terzo tempo. Un momento di condivisione, di fair play. In campo si è avversari anche senza esclusione di colpi, ma poi al fischio finale tutto sparisce di fronte ad un buon boccale di birra».
Intanto però è il turno del football inglese che insegue il titolo mondiale dal lontano 1966, edizione casalinga contrassegnata dalla tripletta in finale di Hurst contro la Germania Ovest, un eternità. Così lo stesso Console per un timore che affligge tutti i tifosi anglosassoni. »Noi abbiamo inventato molti sport. Nel cricket però adesso vincono gli indiani, nel rugby siamo sempre superati dagli All Black e nel football non vinciamo da molti anni». (al.t.)
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