Cento volte Cunico «A Taranto e Tamai i miei gol capolavoro»

PORTOGRUARO. Dal 9 settembre 2012 al 17 febbraio 2013: lunga l'attesa per il centesimo gol in maglia granata di Marco Cunico (34 anni il prossimo 5 marzo), il capitano che veste la maglia del Porto dal 2000, con la sola parentesi del 2004-2005 alla Spal. Il numero 10 di Thiene spiega il suo conto dei gol: «In campionato sono 85, mentre gli altri sono distribuiti fra Coppa Italia di D, Lega Pro e Tim Cup, playoff e playout».
Contro il Treviso rigore a recupero scaduto, con il rischio che sulla respinta del portiere improvvisato Piccioni l'arbitro potesse fischiare la fine... «Non ho avuto il tempo di pensarci, è successo tutto in pochi istanti, fino alla mia ribattuta di testa in gol. Tuttavia» racconta Cunico «ricordo un fatto analogo, in casa contro il Sudtirol in C/2 (4 marzo 2007, ndr): stavamo perdendo 1-0, rigore per noi al 95’. L'arbitro mi disse che il tempo era scaduto e che se il portiere l'avesse respinta non ci sarebbe stato tempo per la ribattuta».
Sapevi della maglia con la tua foto stampata col n. 100?
«Non sapevo, pensate per quanto tempo l'hanno portata senza poterla mai esibire! Comunque è stato bello segnare questo gol specile in casa, all’ultimo istante, sotto la nostra curva».
Ti ricordi il primo gol con la maglia del Porto?
«In Coppa Italia, a San Vito al Tagliamento, era l'estate del 2000. Segnammo io e Grassi».
I gol più importanti?
«La doppietta a Pordenone con il Tamai, il giorno in cui vincemmo matematicamente il campionato di D. Inoltre lo 0-2 a Bassano, nella finale dei playoff in C/2».
Quelli più spettacolari?
«La punizione a Taranto l'anno della vittoria del campionato di C/1 con Calori, ma anche un gol di sinistro con il colpo sotto, al Mecchia in D contro il Tamai. In generale non ricordo bene i gol apprezzabili esteticamente, quanto quelli importanti».
La stagione 2003-04 resta la più prolifica e inimitabile.
«Campionato vinti, io segnai 18 gol. Giocavo quasi attaccante, accanto a me si alternavano Fantin e Maccagnan».
Cosa significano undici campionati a Portogruaro?
«Sono arrivato l'anno successivo alla salvezza allo spareggio con il Tezze sul Brenta. Alle spalle solo dilettantismo, davanti tanta voglia di calcio professionistico. Con questa maglia sono passato dalla D alla B» racconta Cunico «è difficile vedere una longevità simile in terza serie, dove i giocatori passano a frotte ogni anno».
Come è cambiato il calcio dal 2000 a oggi?
«Prima c'erano due, tre giovani, il resto gente navigata. Oggi è l'opposto: è lo specchio dei tempi che corrono».
Sarebbe un peccato non salvarsi quest'anno.
«Ce lo ripetiamo ogni giorno: se ti salvi quest'anno fai altri due stagioni in Lega Pro, visto che il prossimo anno non ci saranno retrocessioni, in virtù della riforma. Non voglio pensare che Portogruaro manchi questa opportunità».
Serviranno altri gol di Cunico per la salvezza...
«Sì, ma anche un grande sforzo di tutto il gruppo».
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