Billio, la carriera fra Treviso e Venezia «Ma ormai la Reyer ce l’ho sulla pelle»

Parla Billio, l’assistente allenatore di De Raffaele «TvB grande piazza, l’ebbrezza del derby è speciale»



Archiviata la prima vittoria in Eurocup, adesso la Reyer va a caccia del tris in meno di una settimana con l’anticipo del derby del Palaverde (sabato, ore 20.45) contro la De’ Longhi Treviso. Una sfida che ritorna dopo 8 anni, tra due piazze dove Alberto Billio ha interamente vissuto la sua carriera di giocatore prima, e di allenatore poi. Trevigiano, 51 anni, sposato e papà di due ragazzi, l’assistente di Walter De Raffaele può dividere quasi a metà la sua “vita” sui parquet.

«Dal 1986 al 2002 sono stato alla Benetton Treviso, dal 2002 a oggi alla Reyer Venezia, quattro stagioni con la squadra femminile, poi sono passato nel 2006 a fare l’assistente di Dalmasson in B d’Eccellenza».

Una carriera di allenatore iniziata prestissimo.

«“Ho giocato nelle squadre del settore giovanile della Benetton fino a 18 anni, le annate 1968-1969 con Vianini, Bortolon, Battistella. Quando mi venne proposto di passare dall’altra parte della barricata, ho accettato subito di allenare».

Palaverde, poi Ghirada, infine la chiamata da Mestre.

«Il mio arrivo alla Reyer fu determinato da una serie di fattori che si incrociarono tra di loro. Nel 2001 seguivo il Progetto Scuola della Benetton, ero stato mandato ad allenare le giovanili di Oderzo e a fare l’assistente alla squadra in Serie B. Conoscevo da tempo Maurizio Sottana, l’Umana era neopromossa in Serie A/1 e cercava un allenatore che seguisse il lavoro tecnico delle straniere al mattino. De Zotti parlò di questo con Sottana che fece il mio nome, così al mattino che ero libero venivo due volte alla settimana al Taliercio per curare l’allenamento individuale delle tre straniere di Dalla Costa: Anna Arkhipova, Skye LaRue e Tiffani Johnson. Al termine di quel campionato, con la permanenza in A/1, mi fu proposto di diventare l’assistente di Andrea Petipierre».

Da allora non ha più lasciato la Reyer tanto da festeggiare la stagione numero 18 in orogranata.

«Quattro anni con la squadra femminile e l’arrivo di Michelini, poi nel 2006 iniziò l’era Brugnaro e Federico Casarin mi mise al fianco di Dalmasson. Mi sento cucita la Reyer sulla pelle, ormai. Ho vissuto tutta la scalata dalla Seri B d’Eccellenza al doppio titolo tricolore, alla Fiba Cup e alla final four di Champions League».

Con una presenza da head coach.

«Accadde nella stagione 2008-2009, a Pavia, nella settimana di meditazione societaria all’indomani dell’esonero di Dalmasson, il mancato accordo con Ramagli e la promozione a head coach di Stefano Bizzozi».

Dal 2011 lavora al fianco di Walter De Raffaele, diventato capo allenatore della Reyer nella primavera di cinque anni dopo.

«Io, Tucci e Galli abbiamo compiti ben precisi: io mi occupo di realizzare il video book delle squadre avversarie con relativa analisi tecnica. Treviso di nuovo in Serie A? Giusto così, grande piazza, come Roma, come la Fortitudo».

Lasciata la natìa Treviso, adesso Alberto Billio risiede a Ponzano, sabato percorrerà solo una decina di chilometri per raggiungere il Palaverde di Villorba. Il tecnico della Reyer ha già vissuto otto anni fa l’ebbrezza del derby da ex.

«Credo che la sfida d’andata, vinta con la tripla di Szewczyk quasi allo scadere, sia stato uno dei momenti più esaltanti di questi anni alla Reyer. Ricordo con piacere quella stagione: da neopromossi disputammo un grandissimo torneo, centrando i playoff, ricordo l’esodo dei tifosi a Treviso per ogni gara casalinga, la muraglia umana che ci spingeva. Bellissimo».

E anche sabato, il Palaverde sarà esaurito per il ritrovato derby. —



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