Benali dirige l’orchestra e un ottimo Crotone le suona al Venezia

Ennesima sconfitta al “Penzo” per gli arancioneroverdi inguaiati in zona playout Inutile il gol di Caligara nel finale, doppietta del fantasista anglo-libico



Silenzio, passa il Crotone. Silenzio non solo perchè per la seconda volta in otto giorni si gioca a porte chiuse, senza pubblico, senza il calore-colore delle gradinate. Silenzio soprattutto perchè c’è poco da dire, ha vinto la squadra migliore, una squadra di livello tecnico superiore rispetto alla media della categoria, l’unica forse che può considerarsi paragonabile al rullo compressore Benevento. Un ottimo Crotone, dunque che piazza tre palloni alle spalle di Pomini e scavalca il Frosinone al secondo posto. Il Venezia? Soliti difetti, poco movimento, scarsa incisività, mancanza cronica di un leader in grado di prendere per mano la squadra in un momento di difficoltà e tirarla fuori dalla ragnatela.

Ci possono essere le attenuanti del caso, la sfortuna che ti arrivi il Crotone proprio nel giorno in cui mancano i difensori titolari, ma tutto questo se può servire per allargare le braccia e pensare che non sempre avrai davanti il Crotone, allo stesso tempo non basta per permettersi di guardare avanti con ottimismo in vista del rush finale.

La svolta. L’uomo partita si chiama Ahmad Benali, centrocampista libico nato comunque a Manchester. Comanda le operazioni, non perde un pallone, mette la firma su due gol, serve altro? Dodici minuti per incanalare i tre punti sul binario diretto a Crotone: gran pallone a centro area inventato da Molina, stop e destro d’incontro di Benali che taglia fuori un Pomini senza colpe. Colpe che invece si devono distribuire i difensori, decisamente impreparati nell’azione dei calabresi.

Le scelte. Torniamo un momento indietro. Il Venezia al centro della difesa ripresenta Marino, debutto stagionale, assente dalla notte dei tempi. Al suo fianco Casale, che alla fine della giostra è tra coloro che se la cavano. Firenze in mediana non è il massimo - il ruolo penalizza la sua fisicità nella trequarti altrui e lo mette in affanno in un centrocampo che in molte fasi patisce l’inferiorità numerica. Fiordilino in mezzo mette qualche idea ma poca velocità, Maleh lo si vede a tratti seguire quasi “a uomo” Benali, ma i risultati sono quelli che sono. L’attacco paga la giornataccia di Longo e un passo spento di Aramu, che in effetti finora ha tirato la carretta rifiatando pochissimo. Flash sul Ctone: difesa a tre, Barberis playmaker in mezzo (ma a volte va a prendersi Longo), efficace spinta dei quinti sulle fasce e - oltre alla tecnica assoluta - grande fisicità in avanti, con Simy e Messias. E mancava Armenteros, strappato a gennaio al Benevento.

Difficoltà. Il tempo scorre e il Crotone punge, Molina cerca il gol difficile aggirando Pomini ma rimedia solo un corner, un’incornata di Marino non centra lo specchio, e al 36’ arriva il gol di Marrone, tocco da sottomisura a chiudere una azione da calcio piazzato sicuramente provata e riprovata in allenamento. Primo vero tiro in porta del Venezia al 45’, girata al volo di Capello e qui l’esperto Cordaz è bravo.

Secondo tempo. Entra Zigoni per vivacizzare l’attacco. E ci riesce. Il fatto è che dopo 3’ il Crotone va ancora a segno e scrive la parola “fine” a una partita che già aveva un finale prevedibile. Palla da sinistra servita da Molina, Benali dal limite dell’area prende la mira e piazza un pallone all’incrocio dei pali, imprendibile. A guardar bene sul 3-0 il Crotone rallenta parecchio, il Venezia cresce, crea anche qualche opportunità ma non è veloce, il suo passo permette sempre ai calabresi di sbarrare le strade. Fa discutere un impatto Zigoni-Cordaz, rigore o non rigore, ma la sostanza non cambia, cambia solo il punteggio quando all’83’ Caligara piazza un missile di forza e precisione che coglie di sorpresa Cordaz, poichè si infila al centro della porta, e quindi parabile. Il resto è un “vorrei ma non posso”, il Venezia ci mette l’impegno ma, almeno in questa partita, non ha altro. Il Crotone amministra e arriva indenne al fischio finale. E non riceve applausi solo perchè lo stadio è vuoto. —



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