Andrea e Nicolò Ceccato un derby da avversari

MOGLIANO. Andrea, classe ’85, pilone sinistro. Nicolò, classe ’97, pilone destro. Entrambi del capoluogo, cresciuti a pane e ovale, svezzati alla Tarvisium. Le strade si sono riunite a Mogliano, ma dall’estate condividono l’Eccellenza a 40 chilometri di distanza: il più esperto, fra gli eroi dello scudetto, si è accasato al San Donà; il più piccolo è alla seconda stagione con la prima squadra del Mogliano. Oggi, al “Quaggia”, sarà derby. E pure sfida incrociata fra i fratelli Ceccato.
La “prima volta” da avversari in via Colelli. Come nasce la passione per il rugby?
Andrea: «Ereditata da papà Giuseppe e zio Tiziano, per tutti “Buio”. Così, a inizio carriera, sono diventato “Buietto”. Poi mi hanno ribattezzato “Giostre”, per le bancarelle di famiglia. Avevo cominciato però con il calcio, all’Aurora. Giocavo al campo della chiesa Votiva. Alle giovanili della Tarvisium, però, la vita sportiva prese una piega precisa. Arrivò il Benetton, quindi sette anni a Mogliano».
Nicolò: «Me ne sono innamorato, vedendo il fratello. Lo seguivo negli allenamenti, alle partite. Avendo 13 anni di differenza, mi è capitato pure di essere allenato da Andrea nell’Under 8 della Tarvisium. Poi ci siamo ritrovati a Mogliano, dove abbiamo fatto in tempo a essere compagni di squadra e ho vinto pure io uno scudetto: nel 2015, con l’Under 18 di Eigner. A proposito: anch’io avevo esordito nel calcio, a Sant’Antonino. Mi sono cimentato pure nel basket e nella lotta grecoromana. Soprannome? Ne hanno cercato uno che si collegasse a “Giostre”, così sono noto come “Catenelle”. Abbastanza brutto, in verità».
Il rapporto con la scuola?
A: «Buono. Mi sono diplomato all’alberghiero. Avevo la passione culinaria, ho dovuto accantonarla: gli orari coincidono, ho puntato sul rugby».
N: «Ho scelto pure io l’alberghiero, sto ripetendo il quinto anno. Non mi piace andare a scuola, ma il settore m’interessa».
Cosa cucinate più volentieri?
A: «Primi piatti, pasticci. E quando c’è da fare una grigliata, sono il primo a essere chiamato. Mio fratello, invece, è più portato a mangiare che a cucinare».
N: «Sarei più orientato sulla pasticceria. Mi piacciono i cioccolatini, non i secondi».
Chi è il più forte?
A: «Abbiamo caratteristiche fisiche diverse. Lui è più dotato, più tecnico. Io sono più portato alla corsa, al volume di gioco. Io sono alto 187 cm per 112 kg, Nicolò 193 cm per 130 kg».
N: «Abbiamo tanti anni di differenza, stili di gioco diversi».
Oggi scatta il girone di ritorno. Come sarà trovarsi di fronte?
A: «Ci è già capitato tre volte, fra amichevoli e gara d’andata. Il ghiaccio l’abbiamo già rotto. A mezzogiorno, pranzerò a casa dei miei con Nicolò. E poi in mischia, essendo io mancino e lui destro, rischiamo di trovarci dirimpettai. Ritrovarsi avversari al “Quaggia”, ad ogni modo, avrà un sapore particolare».
N: «Una bella esperienza, una sfida stimolante. Anche se con “Giostre” avversario sarà molto dura: un fratello è sempre un fratello».
Come finirà?
A: «Chiedetemelo domenica mattina. Una partita molto importante, entrambe non arrivano da belle prestazioni. Ed entrambe cercano la svolta».
N: «Sarà un derby molto tirato, veniamo da un periodo un po’ duro. Pronostico? Ne riparliamo domenica».
Mattia Toffoletto
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