«Anch'io messaggero degli dei»
Andrea Zambon, protagonista dell'epica corsa Atene-Sparta

EROE DELLO SPARTATHLON. Andrea Zambon bacia i piedi della statua di Leonida: è un privilegio solo per chi finisce la tremenda corsa Atene-Sparta (partenza dal Partenone) A destra, si disseta bevendo sulla coppa degli dei L’atleta di Murano (39 anni) non è nuovo a queste incredibili imprese ai confini delle possibilità umane
VENEZIA.
«Quando concludi la gara baci i piedi della statua di Leonida, e due ragazze - nelle vesti delle ancelle spartane - ti offrono da bere da una coppa l'acqua sacra del fiume Eurota, e ti mettono sul capo una corona di ulivo, nel pieno rispetto delle antiche tradizioni olimpiche. Poi concludi la prova camminando tra due ali di folla». Andrea Zambon, 39enne muranese, ricorda così le emozioni del cerimoniale all'arrivo della Spartathlon, una delle prove più massacranti nel circuito delle ultramaratone mondiali. Una gara lunga 246 chilometri da correre tutta d'un fiato. In essa la storia antica dell'emerodromo greco che percorse il targitto tra Atene e Sparta all'epoca della battaglia tra greci e persiani. Un tempo in cui gli emerodromi riuscivano a coprire in 24 ore almeno 200 chilometri per portare messaggi a chi serviva. Anche Zambon ce l'ha fatta: ha emulato i messaggeri dell'antichità greca, e lo ha fatto solo pochi giorni fa, vincendo una sfida con sé stesso dopo l'amarezza dell'anno scorso, quando fu costretto a ritirarsi dopo 124 chilometri per colpa di uno choc anafilattico. «Avevo mangiato del riso coi piselli lungo il percorso per alimentarmi durante la gara, ma ero allergico a quei legumi - racconta - mi hanno salvato la vita con cortisone e adrenalina. Quest'anno ero deciso a rifarmi, e ci sono riuscito, chiudendo 80º, unico veneziano a farcela, sui 140 che hanno terminato la prova, ma eravamo partiti in 300». Zambon nella vita lavora presso uno studio di consulenza, ma negli ultimi anni il suo curriculum si è arricchito di numerose tra le più dure gare del calendario mondiale. «Certo, riuscire ad arrivare primi è una soddisfazione, ma quella vera è poter terminare una di queste manifestazioni - sottolinea - ed è giusto che a questa disciplina sia data la sua importanza. In Grecia, oltretutto, ripercorri la storia, transiti nei luogi della mitologia. La Spartathlon è ancor più dura perchè hai un tempo limite più ristretto rispetto alle altre ultramaratone e ultrarail. Qui si doveva chiudere entro 36 ore, e se non rispetti il tempo in uno dei 74 punti di controllo sei fuori». Partenza alle 7 del mattino dal Partenone di Atene, arrivo ai piedi della statua di Leonida a Sparta. «Quando ho visto la statua e l'ho toccata, ho provato una immensa emozione - confessa il corridore muranese - Con alcuni amici gestiamo da tempo un sito dedicato a queste prove (www.distanceplus.com) e finora abbiamo già registrato 14 mila visite e oltre 600 commenti. Questo sport ti espone a enormi sacrifici e prove, anche disumane, ma alla fine lo conoscono in pochi».
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