Alex Pederzoli, nel nome del padre

William trascorse due stagioni a Venezia culminate con la promozione in serie C/1. «Non ho ricordi nitidi perché ero piccolo Sarebbe fantastico se conquistassi la promozione in B»
MESTRE. Mi manda papà. Non male, come biglietto da visita, quello che può presentare Alex Pederzoli, ventiquattrenne centrocampista cresciuto nel settore giovanile della Juventus, e figlio di quel William che infiammò la curva Oberdan dello stadio Baracca nel biennio 1987-1989, prima di raggiungere Ferruccio Mazzola al Siena. Aveva solo 4 anni, il piccolo Alex, quando arrivò a Mestre al seguito di mamma e papà. Avrà pochi ricordi delle sgroppate paterne sulla fascia sinistra, un terzino di spinta che in quei due anni collezionò 61 presenze e 6 reti, con tanto di doppietta su rigore contro l'Alessandria.


Adesso tocca ad Alex, caratteristiche e ruolo diversi «Non ci sono paragoni, lui era un difensore che spingeva, a me piace costruire il gioco» assicura lui, fermamente intenzionato a entrare nei cuori dei tifosi arancioneroverdi come il padre. «Non posso avere ricordi nitidi di quel periodo - ammette Alex Pederzoli, mezza stagione a Pistoia e mezza a Manfredonia in C/1 nell'ultimo torneo - Papà mi ha parlato benissimo della città e dei suoi tifosi, dell'ambiente che la circonda. Lui vinse un campionato con il Venezia e fu uno dei protagonisti della promozione in C/1. Spero di riuscirci anch'io, sarebbe fantastico». Il Manfredonia avrebbe voluto confermarlo, anche se il suo cartellino era di proprietà della Juventus. Ma l'interessamento del Venezia lo ha subito solleticato. «I progetti di questa società sono ambiziosi, sono felicissimo di questa scelta anche perché sono un giocatore del Venezia a tutti gli effetti, non sono più legato alla casa madre bianconera - precisa - Gli ultimi sei mesi a Manfredonia sono stati più che positivi, sono andato in Puglia a gennaio perché mi ha chiamato mister D'Arrigo con cui mi ero trovato benissimo a Lucca. Sono anche riuscito a segnare due gol contro Gallipoli e Ancona».


Il nome di Alex Pederzoli, centrocampista di fantasia, è stato fatto a Giancarlo Corradini. «E' stato il mio allenatore negli Allievi della Juventus, e mi ha visto crescere, anche perché nell'ultima stagione nella Primavera mi sono avvicinato anche alla prima squadra. Collezionando due panchine con Reggina e Chievo al fianco di Marcello Lippi». Pederzoli ha già preso confidenza con lo stadio Penzo, essendo venuto a Vanezia da avversario quando giocava nella Pistoiese. «Gran bel campo, suggestivo, inusuale. Il Venezia mi fece una gran bella impressione - sottoscrive - Squadra tosta e determinata. Si vedeva che in casa poteva battere qualsiasi avversario. Mi hanno riferito che invece in trasferta ha lasciato troppi punti». Nato a Piacenza, Alex Pederzoli ha militato nelle giovanili del Bologna fino a 14 anni, poi è passato alla Juventus. «Oltre a Corradini, ho avuto come allenatore Gasperini, il tecnico che ha portato quest'anno il Genoa in serie A. Mi auguro di ripagare la fiducia che mi ha accordato la dirigenza del Venezia. Questa società ha puntato su di me. Ho finalmente spezzato quel legame che mi univa ancora alla Juventus.


Negli anni scorsi potevo rimanere prima a Lucca e poi a Rimini, ma le decisioni della “casa madre” hanno sempre prevalso sulla mia volontà». Vent'anni dopo, sembra il titolo di un romanzo picaresco del Settecento: è la storia dei Pederzoli, padre e figlio, uniti nel segno del Venezia. Sul fronte del mercato, il responsabile dell'area tecnica, Andrea Seno, ha ricevuto qualche offerta interessante per Momentè e per Bono, alla cui partenza è legata la definizione della trattativa con Ezio Brevi. Francesco Marfia, lasciato libero dal Venezia dopo la scadenza del contratto, potrebbe accasarsi anche lui al Pergocrema. Oggi sarà a Mestre il bomber Marco Veronese per mettere la firma sul contratto biennale, sottoporsi alle visite mediche e conoscere la nuova realtà con la presentazione ufficiale.

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